Un giallo che diventa una telenovela. La tv russa Primo Canale, o Pervyj Kanal, ha rimandato a oggi mercoledì 7 aprile la trasmissione “Lasciali parlare” in cui verrà svelato il risultato degli esami del gruppo sanguigno di Olesya Rostova per scoprire se c’è compatibilità con quello di Denise Pipitone. Ieri il legale di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, ha detto di aver ricevuto una mail dall’avvocato di Olesya ma di non poterne svelare il contenuto per questioni di embargo.
AGGIORNAMENTO: Olesya Rostova non è Denise Pipitone. L’annuncio dell’avvocato di Piera Maggio
Denise Pipitone e Olesya Rostova: oggi, 7 aprile, “Lasciali Parlare” su Primo Canale svelerà i risultati del test del gruppo sanguigno
La Tv russa che tiene in pugno, sfruttandolo per l’audience, il caso di Olesya Rostova, la ragazza che cerca i genitori, non molla. Non vuole rendere pubblici i risultati degli esami del gruppo sanguigno e del Dna. Dopo aver gridato, ieri, che non è possibile accettare ricatti dall’emittente, Frazzitta si è ammorbidito “L’avvocato (di Olesya, ndr) conferma la volontà di cooperazione con noi e accetta la richiesta di fornirci i risultati degli esami scientifici sulla ragazza prima del collegamento di oggi. A questo punto parteciperemo alla registrazione del programma con la Tv russa che sarà mandato in onda domani”.
Il legale ha aggiunto che l’esito degli esami verrà “subito comunicato alla Procura di Marsala” che indaga sul caso e che “verrà mantenuto il riserbo fino a domani”. Piera Maggio non parla. Fa sentire la propria voce con qualche post sulle pagine di Facebook dicendosi, insieme col padre naturale di Denise, Piero Pulizzi, “cautamente speranzosa. La speranza di ritrovare e riabbracciare nostra figlia non è mai venuta a mancare. Attendiamo senza illuderci” dice. Nella Federazione con gli orfanotrofi saturi dalla caduta dell’Unione Sovietica, la saga mediatica è andata avanti
comunque: “Qual è il vero nome di Olesya Rostova: Angela, Lidia o Denise?”. Anche ieri la ragazza russa che assomiglia a Piera Maggio era seduta nello studio del programma per apprendere
che, secondo i test del Dna, non appartiene a nessuna delle famiglie russe che negli ultimi giorni si sono collegate con il Primo canale, credendo di aver riconosciuto in lei la figlia scomparsa anni prima.
Denise e Olesya: dove si vede Primo Canale
A 17 anni dalla scomparsa, dopo innumerevoli segnalazioni, un processo (la sorellastra di Denise accusata del rapimento è stata assolta mentre il reato di favoreggiamento per il suo fidanzato è stato prescritto), le dichiarazioni di un presunto pentito che ha parlato anche con diversi particolari dell’omicidio della bambina, la vicenda di Denise tiene ancora tutti col fiato sospeso e spacca con quest’ultima vicenda l’opinione pubblica: c’è chi dice che la giovane russa ha poco o nulla di Denise e della madre e chi invece nota somiglianze.
Il sindaco di Mazara dell’epoca, Giorgio Macaddino, dice: “La nostra speranza è quella che Olesya sia davvero Denise e così si possa rimarginare quella ferita aperta 17 anni fa e mai chiusa”. “Ricordo ancora quei momenti bui e indelebili per l’intera comunità mazarese – ha detto Macaddino – che segnarono una profonda ferita nel mio cuore”. In Comune, proprio in quei primi giorni di settembre 2004, avvenne una riunione tra gli investigatori della Procura di Marsala (guidata dal procuratore Antonino Silvio Sciuto), l’ex prefetto di Trapani Giovanni Finazzo e i vertici delle forze dell’ordine che cercavano sul territorio la piccola scomparsa. “In questi lunghi anni è rimasto un grande dubbio su come sia scomparsa Denise. Chi sapeva e ha taciuto, penso che non troverà mai il perdono di nessuno”, ha concluso Macaddino.
Chi l’ha visto?, Denise e Olesya
Intanto la puntata di “Chi l’ha visto?” in onda stasera alle 21.20 su Rai3 ritornerà sul caso. Il conduttore di ‘Quarto Grado’ Gianluigi Nuzzi ha detto di trovare “aberrante che una ricerca della verità di questo tipo sia in attesa degli umori di un programma televisivo. Di fronte alla sottrazione di Denise Pipitone che era sparita, per cui credo che sia stato compiuto un reato e lo dico con sarcasmo perché non penso che quella bambina 17 anni fa avesse l’autonomia per costruirsi una vita, oggi c’è un ipotesi che non è vagliata né dalla magistratura italiana che potrebbe farlo né da quella russa. La vicenda non può essere chiarita in base all’iniziativa privata di un editore televisivo”.
”Né la magistratura italiana né quella russa sono intervenuta per chiarire la cosa -sottolinea il giornalista- pensare che il dramma della madre di Denise e di un paese intero sia appeso agli umori di un editore televisivo di un altro paese lo trovo francamente offensivo. Mi stupisce che non si siano attivati i canali diplomatici, siamo qui passivi a dire: ‘speriamo che facciano il test del Dna e ce lo comunichino’. Io mi tolgo da questo gioco, non so se quella ragazza è Denise o meno e nemmeno mi interessa perché non mi sottopongo a questo stress emotivo dettato da non so neanche chi sia”. Il canale si riceve gratuitamente in Europa e Medio Oriente attraverso i satelliti Hot Bird posti a 13° Est. Oltre che sul canale 577 di Sky Italia. Questa è l’homepage del canale russo Primo Canale. La trasmissione inizierà alle 18,45 ora italiana.
La storia di Denise Pipitone e della sua scomparsa
Quella della scomparsa di Denise Pipitone è una storia che comincia il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, grosso centro in provincia di Trapani. La zia grida: “E’ pronto!”. Denise resta sola in via la Bruna. Mancano pochi minuti a mezzogiorno. Quella è stata l’ultima volta che la piccola è stata vista. Sta guardando attraverso il cancello la casa della zia. Poi, il nulla. Sono trascorsi 17 lunghi anni. Ci sono stati processi, avvistamenti, appelli disperati della madre, Piera Maggio, ma niente. Di Denise Pipitone si sono perse le tracce. Sembra svanita nel nulla. Gli inquirenti iniziano a cercarla, ovunque. O forse no. Mamma Piera più volte lamenta falle nelle ricerche, nelle varie inchieste. Un mese e mezzo dopo la scomparsa arriva una segnalazione. E Mamma Piera spera. Ma sarà solo la prima di una lunga, lunghissima serie di avvistamenti, tutti andati a vuoto.
E’ il 18 ottobre 2004 e a Milano una guardia giurata nota un gruppo di nomadi. Ci sono un uomo, due donne e tre bambini piccoli. Una bimba ha la testa coperta da un cappuccio. Anche se fa caldo. Sembra assomigliare alla piccola Denise. C’è un video che inizia a girare. Si chiama ‘Danas’. Piera crede che sia proprio lei, Denise. Ma nel frattempo i nomadi sono spariti da Milano. Il calvario di Piera è solo all’inizio. Nel frattempo le indagini proseguono e scandagliano la vita privata di Piera Maggio e di tutta la sua famiglia.
Viene così fuori che Denise non è la figlia naturale del marito di Piera Maggio, Toni Pipitone, che lavora in Germania. Ma di Piero Pulizzi, che è il marito di un’amica della sorella di Piera, un uomo sposato che ha avuto una relazione con lei. Da questa relazione sentimentale è nata la piccola Denise. Sui giornali, e anche in città, si scatenano i pettegolezzi. Nel frattempo Piero Pulizzi divorzia dalla moglie, Anna Corona. Le figlie della coppia, Jessica e Alice, odiano Piera Maggio. Perché la ritengono responsabile di quel divorzio. La più grande, Jessica Pulizzi, di 17 anni, finisce sotto la lente degli investigatori.
Il processo a Jessica Pulizzi
A suo carico una intercettazione ambientale, molto discussa, di una conversazione ambientale tra Jessica Pulizzi e la madre Anna Corona, negli uffici della Polizia, dove dovevano essere interrogate. Una frase risentita mille volte, da accusa e difesa. Detta in dialetto. “Io a casa c’a purtai (a casa gliela portai)”, dice Jessica. Per gli investigatori dell’epoca una frase chiave. Così la ragazza viene accusata di sequestro in concorso. Secondo la Procura Jessica avrebbe portato prima Denise a casa del padre e non trovandolo l’avrebbe consegnata ad altre persone.
Che, però, non sono mai state individuate. Intanto, ci sono altre segnalazioni. Come quella della ragazzina che nel 2015 scrive su Facebook proprio a Piera Maggio dicendole di essere sua figlia. Ma è un falso. E la ragazzina viene smascherata dal programma ‘Chi l’ha visto?’ di Federica Sciarelli. Nel frattempo, Jessica finisce sotto processo, con l’ex fidanzatino, Gaspare Galeb, accusato di false dichiarazioni ai pm.
Ma dopo vari processi la ragazza è stata assolta, anche in appello. Il pm nel 2015 ha chiesto la condanna a 15 anni di carcere. Non accolta dalla Corte d’appello. Nel processo d’appello viene poi fuori un’altra intercettazione ambientale, che risale all’11 ottobre 2004, cioè un mese e mezzo dopo la scomparsa della piccola Denise. Un perito in aula, dopo un lavoro di pulitura dei nastri magnetici, ascolta una frase ritenuta interessante.
L’assoluzione
A suo avviso Jessica dice alla sorella minore Alice: ”Quanno eramu ‘ncasa, a mamma l’ha uccisa a Denise (quando eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise ndr). A quel punto la Procura di Marsala apre un altro fascicolo per omicidio e Anna Corona, ex moglie del padre naturale della bambina, diventa la principale indiziata. Ma quella conversazione era ‘sporca’, cioè non si sentiva bene. Dunque non era utilizzabile. E Alice Pulizzi, ascoltata in aula, ha negato anche con forza di avere mai accusato la madre pronunciando una frase del genere. Per la donna è stata poi chiesta l’archiviazione.
Il 19 aprile 2017 arriva la sentenza definitiva per Jessica Pulizzi. Ancora assolta. Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Luigi Orsi aveva parlato di ”assenza di indizi e prove certe” nei confronti di Jessica Pulizzi. Secondo il procuratore non c’erano elementi per dimostrare ”che nei 15 minuti indicati come orario del possibile rapimento Jessica lo abbia effettivamente compiuto”. Adesso l’arrivo di Olesya Rostova in tv.