Per Denise Pipitone e Olesya Rostova oggi è il giorno decisivo. Andrà in onda questo pomeriggio la trasmissione “Lasciali parlare” su Primo Canale, o Pervyj Kanal, la principale emittente televisiva russa pubblica in cui si dovrebbero apprendere gli esiti dell’esame sul gruppo sanguigno effettuato sulla ragazza russa che ha la stessa età della bambina scomparsa a Mazara del Vallo quasi 17 anni fa e che presenta una somiglianza con Piera Maggio.
Aggiornamento: la puntata di Lasciali Parlare con Olesya Rostova andrà in onda mercoledì 7 aprile e ci sarà anche il legale della famiglia Pipitone. “Ho appena ricevuto una mail dall’avvocato di Olesya Rostova – ha detto all’Ansa l’avvocato Giacomo Frazzitta – che conferma la volontà di cooperazione con noi e accetta la richiesta di fornirci i risultati degli esami scientifici sulla ragazza prima del collegamento di oggi. A questo punto parteciperemo alla registrazione del programma con la Tv russa che sarà mandato in onda domani”.
Denise Pipitone e Olesya Rostova: oggi Primo Canale svela l’esito dell’esame del gruppo sanguigno
Alla diretta di mercoledì 7 aprile sulla tv russa che ha sollevato il caso erano stati invitati Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone, e il suo avvocato Giacomo Frazzitta. Il canale si riceve gratuitamente in Europa e Medio Oriente attraverso i satelliti Hot Bird posti a 13° Est. Oltre che sul canale 577 di Sky Italia. Questa è l’homepage del canale russo Primo Canale. La trasmissione inizierà alle 18,45 ora italiana. Ma la famiglia ha fatto sapere che non vuole farsi ricattare dalla tv russa e di voler conoscere l’esito dell’esame prima della diretta.
“Abbiamo accettato la loro proposta di un “faccia a faccia”in tv—ha spiegato ieri Frazzitta — con l’obiettivo di fornire alla Procura che indaga tutta la documentazione scientifica necessaria a fare chiarezza. In mancanza di ciò chiederemo alla magistratura di svolgere direttamente tutti gli accertamenti del caso con una rogatoria internazionale, ma non siamo disposti a una strumentalizzazione mediatica della vicenda”. Strumentalizzazione che però sarebbe già in atto.
Ora che il giallo di Denise, scomparsa a Mazara del Vallo il primo settembre 2004, s’intreccia con quello di Olesya, che sarebbe stata rapita dai nomadi quando aveva 4 anni, tutto rischia di diventare un reality show. “Avevamo avviato questa procedura in via privata — chiarisce Frazzitta — perché pensavamo di sbrigarci presto. Invece loro non fanno nulla, quindi basta. Non sottostiamo a nessun ricatto. Siamo infastiditi da questi ritardi”.
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“Lasciali parlare”: la trasmissione di Pervyj Kanal, Denise Pipitone e Olesya Rostova oggi pomeriggio in onda
Repubblica ricorda oggi che “Chi l’ha visto?” segue il caso dall’inizio ed è stato lo spot lanciato su Rai 3 dal programma condotto da Federica Sciarelli a scatenare tutti i programmi. Genetisti, esperti, opinionisti che discutono, inviati a Mazara, foto della piccola Denise — e della signora Maggio — a confronto con quella di Olesya. Dal naso alla fronte alla forma della bocca, freccette che salgono e scendono: La vita in diretta con Alberto Matano su Rai 1 e Pomeriggio 5 con Barbara D’Urso oggi seguiranno la vicenda nei dettagli. Un caso giudiziario diventato televisivo, spalmato in tutti i programmi dalla mattina.
Però, dopo lo spot di Chi l’ha visto?, è scoppiato l’inferno. “Sono rimasta colpita anch’io. – dice Federica Sciarelli al quotidiano – Questo caso che unisce Paesi lontani è frutto della globalizzazione della solidarietà. Mi dico: le polizie internazionali non dovrebbero occuparsene?”. Se il gruppo sanguigno sarà lo stesso di Denise Pipitone, si procederà al test del Dna per scoprire se davvero la 20enne russa sia la bambina italiana sparita nel 2004 dalla sua casa di Mazara del Vallo, in circostanze mai chiarite.
La Rostova sarà in studio, mentre l’avvocato Frazzitta doveva essere collegato in diretta da Marsala. Ma ora il legale annuncia che se non arriva il Dna non si collegherà con l’emittente. Fino a questo momento Frazzitta non ha avuto alcun contatto con la ragazza, come spiega. L’avvocato avrebbe voluto chiedere alla ragazza se ricorda i momenti antecedenti all’ingresso in orfanotrofio e, quindi, capire se le persone che l’hanno tenuta segregata fossero dei rom.
La storia di Denise e della sua scomparsa
Quella della scomparsa di Denise Pipitone è una storia che comincia il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, grosso centro in provincia di Trapani. La zia grida: “E’ pronto!”. Denise resta sola in via la Bruna. Mancano pochi minuti a mezzogiorno. Quella è stata l’ultima volta che la piccola è stata vista. Sta guardando attraverso il cancello la casa della zia. Poi, il nulla. Sono trascorsi 17 lunghi anni. Ci sono stati processi, avvistamenti, appelli disperati della madre, Piera Maggio, ma niente. Di Denise Pipitone si sono perse le tracce. Sembra svanita nel nulla. Gli inquirenti iniziano a cercarla, ovunque. O forse no. Mamma Piera più volte lamenta falle nelle ricerche, nelle varie inchieste. Un mese e mezzo dopo la scomparsa arriva una segnalazione. E Mamma Piera spera. Ma sarà solo la prima di una lunga, lunghissima serie di avvistamenti, tutti andati a vuoto.
E’ il 18 ottobre 2004 e a Milano una guardia giurata nota un gruppo di nomadi. Ci sono un uomo, due donne e tre bambini piccoli. Una bimba ha la testa coperta da un cappuccio. Anche se fa caldo. Sembra assomigliare alla piccola Denise. C’è un video che inizia a girare. Si chiama ‘Danas’. Piera crede che sia proprio lei, Denise. Ma nel frattempo i nomadi sono spariti da Milano. Il calvario di Piera è solo all’inizio. Nel frattempo le indagini proseguono e scandagliano la vita privata di Piera Maggio e di tutta la sua famiglia. Viene così fuori che Denise non è la figlia naturale del marito di Piera Maggio, Toni Pipitone, che lavora in Germania. Ma di Piero Pulizzi, che è il marito di un’amica della sorella di Piera, un uomo sposato che ha avuto una relazione con lei. Da questa relazione sentimentale è nata la piccola Denise. Sui giornali, e anche in città, si scatenano i pettegolezzi. Nel frattempo Piero Pulizzi divorzia dalla moglie, Anna Corona. Le figlie della coppia, Jessica e Alice, odiano Piera Maggio. Perché la ritengono responsabile di quel divorzio. La più grande, Jessica Pulizzi, di 17 anni, finisce sotto la lente degli investigatori.
Il processo a Jessica Pulizzi
A suo carico una intercettazione ambientale, molto discussa, di una conversazione ambientale tra Jessica Pulizzi e la madre Anna Corona, negli uffici della Polizia, dove dovevano essere interrogate. Una frase risentita mille volte, da accusa e difesa. Detta in dialetto. “Io a casa c’a purtai (a casa gliela portai)”, dice Jessica. Per gli investigatori dell’epoca una frase chiave. Così la ragazza viene accusata di sequestro in concorso. Secondo la Procura Jessica avrebbe portato prima Denise a casa del padre e non trovandolo l’avrebbe consegnata ad altre persone. Che, però, non sono mai state individuate. Intanto, ci sono altre segnalazioni. Come quella della ragazzina che nel 2015 scrive su Facebook proprio a Piera Maggio dicendole di essere sua figlia. Ma è un falso. E la ragazzina viene smascherata dal programma ‘Chi l’ha visto?’ di Federica Sciarelli. Nel frattempo, Jessica finisce sotto processo, con l’ex fidanzatino, Gaspare Galeb, accusato di false dichiarazioni ai pm.
Ma dopo vari processi la ragazza è stata assolta, anche in appello. Il pm nel 2015 ha chiesto la condanna a 15 anni di carcere. Non accolta dalla Corte d’appello. Nel processo d’appello viene poi fuori un’altra intercettazione ambientale, che risale all’11 ottobre 2004, cioè un mese e mezzo dopo la scomparsa della piccola Denise. Un perito in aula, dopo un lavoro di pulitura dei nastri magnetici, ascolta una frase ritenuta interessante. A suo avviso Jessica dice alla sorella minore Alice: ”Quanno eramu ‘ncasa, a mamma l’ha uccisa a Denise (quando eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise ndr). A quel punto la Procura di Marsala apre un altro fascicolo per omicidio e Anna Corona, ex moglie del padre naturale della bambina, diventa la principale indiziata. Ma quella conversazione era ‘sporca’, cioè non si sentiva bene. Dunque non era utilizzabile. E Alice Pulizzi, ascoltata in aula, ha negato anche con forza di avere mai accusato la madre pronunciando una frase del genere. Per la donna è stata poi chiesta l’archiviazione.
Il 19 aprile 2017 arriva la sentenza definitiva per Jessica Pulizzi. Ancora assolta. Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Luigi Orsi aveva parlato di ”assenza di indizi e prove certe” nei confronti di Jessica Pulizzi. Secondo il procuratore non c’erano elementi per dimostrare ”che nei 15 minuti indicati come orario del possibile rapimento Jessica lo abbia effettivamente compiuto”. Adesso l’arrivo di Olesya Rostova in tv.