Una spintarella ai soliti “figli di”, a chi fa politica o è figlio di qualche pubblico amministratore, qualche pressione per far scegliere come manager della sanità chi era in grado di pilotare i concorsi e il consenso elettorale era assicurato. Pensava questo, secondo gli inquirenti, l’ex senatore dem Claudio Moscardelli (nella foto) che, dopo l’esperienza in consiglio regionale ai tempi di Renata Polverini, per cui era finito imputato nella rimborsopoli e poi assolto, e uscito da Palazzo Madama nella scorsa legislatura, andava avanti in politica come segretario provinciale del Partito democratico a Latina, la sua città.
Indagando sul lavoro dato a un esponente del clan nomade Di Silvio all’ospedale “Goretti”, nel capoluogo pontino, e raccolto poi un esposto su uno dei due concorsi per personale amministrativo svolti dalla locale Azienda sanitaria lo scorso anno e vinti da troppe persone vicinissime ai dem, la squadra mobile e il Nucleo provinciale di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno raccolto numerosi elementi utili a dimostrare come quei concorsi fossero tali solo per chi non aveva santi in paradiso.
A maggio sono stati quindi arrestati il presidente della commissione esaminatrice e il segretario, Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, e ieri è toccato a quello che è stato inquadrato come l’istigatore delle condotte illecite, ovvero Moscardelli. Le accuse? Corruzione e rivelazione aggravata di segreto di ufficio. L’esponente dem arrestato e messo ai domiciliari è un avvocato da tempo impegnato in politica, prima con la Democrazia cristiana, poi con il Partito popolare italiano, con la Margherita e infine con il Pd.
L’IDENTIKIT. Tanti incarichi per Moscardelli. A livello locale e regionale. Ma quando si è trattato di raccogliere voti l’ex senatore ha avuto sempre notevoli difficoltà. Per due volte si è candidato a sindaco di Latina ed è stato sconfitto. Tanto che nel capoluogo pontino, cuore nero del Lazio, il primo a sconfiggere le destre è stato l’attuale sindaco civico Damiano Coletta, che si prepara al bis e ora dalla vicenda “concorsopoli” ha anche lui qualche problema, avendo formato questa volta una coalizione con il Partito democratico.
I dem sono comunque stati sempre generosi con l’ormai ex segretario provinciale di Latina, dimessosi ieri quando gli è stata notificata la misura cautelare. Per due volte hanno fatto sì che venisse eletto in consiglio regionale e poi, dopo la vicenda “rimborsopoli”, gli hanno permesso di ottenere un seggio in Senato, dove è stato anche segretario della Giunta per le immunità. In questo periodo Moscardelli guardava al futuro ed era particolarmente attento a tutto quello che riguarda la sanità.
Le scelte dei manager sono delle Regioni e, con il Lazio presieduto da Nicola Zingaretti, a Latina l’ex parlamentare si sentiva azionista di maggioranza. Ma proprio quei rapporti con medici, infermieri e aspiranti al posto pubblico lo hanno fatto finire in arresto. La Procura di Latina ha ricostruito una serie di illeciti per favorire alcuni candidati ai concorsi per l’assunzione di personale amministrativo all’Asl di Latina.
Per gli inquirenti, Moscardelli ha fatto scegliere a due candidati, un consigliere comunale dem a Minturno e il figlio di una consigliera dem a Gaeta, le domande che volevano fossero loro poste e in cambio di un simile favore avrebbe promesso al presidente della commissione esaminatrice un suo interessamento affinché venisse nominato direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria pontina, nomina poi effettivamente arrivata.