Accompagnata dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani e dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, la premier Giorgia Meloni al vertice Nato di Vilnius conferma il suo impegno e la sua fedeltà nell’Alleanza Atlantica e il sostegno totale a Kiev. Per l’Ucraina, ma anche per il ruolo della Nato nel nuovo scenario geopolitico, “la coesione è l’arma più efficace”. È questo il cuore dell’intervento che Meloni ha tenuto ieri nella prima giornata del summit, prendendo la parola dopo Joe Biden e Mark Rutte.
Innanzitutto ha sottolineato l’importanza del vertice che dà una “nuova postura” alla Nato che deve essere accompagnata da maggiori investimenti, e da una maggiore qualità di questi per una razionalizzazione della spesa, guardando anche all’industria e alle catene di valore. Secondo punto è quello di un approccio a 360 gradi con una attenzione al ‘fronte sud’ e all’Africa, anche per contrastare le migrazioni illegali, con una particolare attenzione allo State building.
Infine, per quanto riguarda l’Ucraina, Meloni ha rimarcato la determinazione a continuare a fornire il “sostegno straordinario” all’Ucraina, fino a quando necessario. “Le sfide attuali e soprattutto quelle future impongono, oggi più che mai, la necessità di rafforzare la sicurezza degli alleati che operano nell’ambito della Nato. Bisogna agire coesi per rispondere a uno scenario problematico in continua evoluzione cui bisogna garantire sempre più sicurezza”, le ha dato man forte Crosetto che ha preso parte alla riunione del consiglio Nord Atlantico dei ministri della Difesa.
Occasione per rimarcare l’attenzione verso il fianco Sud della Nato. “Siamo qui a Vilnius per disegnare una nuova geografia dell’Alleanza atlantica che, da quasi 75 anni, garantisce la pace, la sicurezza e la libertà entro i nostri confini”, ha detto il titolare della Difesa, sottolineando che “le decisioni prese qui ci consentiranno di affrontare con determinazione, e insieme, tutte le sfide presenti e future che abbiamo di fronte”.
Sarà necessario – spiega la Difesa in una nota – attuare un nuovo modello di Forze armate dei Paesi Nato e quindi adattare le nostre strutture di comando, nonché aumentare gli sforzi per garantire il raggiungimento degli obiettivi finanziari fissati dalla Nato e necessari allo sviluppo dell’Alleanza. Meloni ieri ha avuto due bilaterali. Il primo con il primo ministro inglese Rishi Sunak e il secondo con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Con il primo c’è stato un colloquio breve focalizzato tutto sull’Ucraina, dopo che Sunak ha detto a chiare lettere che va indicata una “road map” per l’ingresso di Kiev nell’Alleanza.
L’incontro tra Meloni ed Erdogan
Con Erdogan il bilaterale, fanno sapere gli italiani, dura quasi un’ora. L’incontro è con le delegazioni (per l’Italia c’è anche Tajani) ed è incentrato sull’agenda internazionale ma anche sui rapporti bilaterali tra i due paesi. “La Turchia continuerà la sua forte cooperazione con l’Italia con cui è alleata nella Nato”, scrive sui social Erdogan, che ha anche invitato Meloni ad Ankara. Su questo fronte i due Paesi starebbero lavorando per far nascere all’interno dell’Alleanza un coordinamento per la lotta al terrorismo.
Ci sono poi gli investimenti da rafforzare, soprattutto sul fronte industriale e della difesa, per portare l’interscambio tra Italia e Turchia, l’obiettivo indicato dal lato italiano, a 30 miliardi di euro. E ci sono ancora le urgenze geopolitiche, la “pace giusta e duratura” da assicurare all’Ucraina, su cui “continuiamo a lavorare”, dice la premier sui social. E, una delle priorità di Roma con gli alleati, il “comune interesse a rafforzare l’impegno nella sponda sud del Mediterraneo”. Cui è legata la gestione dei flussi di migranti illegali, tema di cui si è parlato a lungo nel confronto tra le due delegazioni.