Un tintinnio di catene a Palazzo Silone sta creando scompiglio tra consiglieri e assessore della Regione Abruzzo. La creatura è imprigionata, da 6 giorni, in lamentosa attesa. Si tratta della delibera fantasma della Giunta sovranista, guidata da Marco Marsilio (FdI) che, il 10 aprile scorso, in piena emergenza Coronavirus, ha dato il via libera all’aumento degli stipendi dei mandarini degli alti mandarini regionali. Eppure, l’elenco delle delibere è fermo all’8 aprile. Sebbene l’Ok agli incrementi salariali del direttore generale e dei capi dipartimento regionali compaia in un atto d’indirizzo ancora più vecchio, datato 24 marzo.
Di ufficiale non c’è altro. E solo una fonte giornalistica segnala una seconda decisione della giunta Marsilio che, come sorpresa nell’uovo di Pasqua degli amministratori di vertice, dispone gli scatti di stipendio chiesti e ottenuti dalla conferenza dei direttori regionali. “In un momento così difficile per tutti gli abruzzesi la volontà di aumentare gli stipendi a dirigenti e direttori, che già prendono importanti compensi, è uno schiaffo in faccia a tutte quelle persone che a causa dell’emergenza Coronavirus stanno subendo seri danni alle proprie economie familiari”, interviene sul caso il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Domenico Pettinari.
Mentre sulla notizia della delibera fantasma l’assessore regionale al bilancio, Guido Quintino Liris, già al centro delle polemiche per il doppio incarico alla Asl di L’Aquila, si affretta a smentire: “Nessun aumento per i vertici dirigenziali della Regione. La delibera che abbiamo esaminato nel corso della riunione di giunta del 10 aprile scorso è stata stralciata nella parte relativa all’aumento della indennità di posizione dei capi dipartimento e del direttore generale”. Conferma indiretta che l’aumento è previsto: se verrà stralciato dalla delibera che di sé non lascia traccia nemmeno sulle pagine Web del sito ufficiale della Regione, vuol dire che c’è. Curioso poi che il chiarimento dell’assessore Liris arriva appena dopo la telefonata del vice presidente del consiglio regionale
Pettinari per chiedere conto dei paventati aumenti e lamentarsi del ritardo nella pubblicazione degli atti ufficiali. “La funzione di sindacato ispettivo e quindi il controllo delle opposizioni sul Governo regionale deve avere come base atti ufficiali che questa Giunta tarda a pubblicare depotenziando il nostro controllo – insiste Pettinari -. È inaccettabile che notizie di tale spessore debbano arrivare alle opposizioni dalla stampa. Non permetteremo nessun aumento di stipendio per i dirigenti e i direttori della Regione in un momento così difficile”.
Poi il consigliere pentastellato rassicura: “Dall’assessore ho ottenuto l’impegno verbale di uno stralcio nella voce relativa all’aumento. Se così sarà nella delibera che pubblicheranno non vedremmo più gli aumenti”. Ma sulla vicenda i 5S non abbassano la guardia. Anche perché, sulla riforma del personale avviata dal Centrodestra, pesa l’inquietante delibera d’indirizzo (numero 159 del 24 marzo), il solo documento ufficiale in cui si ipotizza l’aumento della retribuzione di posizione annuale e mai revocato dall’assessore regionale Liris. Insomma, l’atto, sebbene fantasma, resta. E lo stralcio non equivale alla revoca. “Appena sarà pubblicato vedremo se l’impegno a non aumentare gli stipendi, preso verbalmente, sarà mantenuto – avverte Pettinari -. In caso contrario faremo una battaglia senza precedenti per impedire simili azioni”.