Decreto Aiuti, la Camera lo ha approvato ma l’astensione per protesta del Movimento 5 Stelle potrebbe aprire una crisi e una frattura nella Maggioranza. Dure sono state le reazioni degli altri partiti. Il premier Mario Draghi, subito dopo, si è recato al Quirinale.
Decreto Aiuti, la Camera approva ma 5Stelle non vota la fiducia
Il Decreto Aiuti è stato approvata alla Camera ma il Movimento 5 Stelle non ha votato per protesta. In Aula è intervenuto il capogruppo M5s Davide Crippa durante le dichiarazioni di voto: “Il nostro sostegno al governo è stato esplicitato con la fiducia”, ha sottolineato, ribandendo che “oggi per questioni puntuali, pur rilevando l’utilità di parte delle misure ma non valutando bene i metodi annuncio il mio gruppo non partecipa alla votazione finale”.
In particolare, il M5s contesta le questioni riguardanti il Superbonus e il Termovalorizzatore di Roma. Innanzitutto, ha detto, “ci aspettavano decisamente di più sul Superbonus, all’interno di questo decreto volevamo una voce più uniforme e pesante”. Poi, “non abbiamo trovato una spiegazione razionale nella forzatura perpetrata in Consiglio dei ministri e in Parlamento quando si è voluto inserire la questione dell’inceneritore di Roma. Abbiamo provato a modificare quel provvedimento”, ha detto, sottolineando che “la strada dell’incenerimento non può essere la prima soluzione per una problematica così complessa. Non risolve la vera emergenza degli italiani, che è l’impennata del prezzo dell’energia”.
Dei pentastellati, in totale non hanno partecipato alla votazione 227 deputati, oltre agli 88 assenti giustificati perché in missione. Su 104 deputati del M5s (non si calcola il presidente della Camera Roberto Fico) sono 85 quelli che non hanno partecipato al voto, seguendo l’indicazione del partito (altri 18 erano in missione).
Berlusconi: “Ora verifica di maggioranza”
Silvio Berlusconi è stato il primo a parlare e ha chiesto a Draghi “una verifica” per capire “quali forze intendano sostenere il governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani”. Una richiesta alla quale si è associato la Lega: “Bene la richiesta di chiarimento sull’attività del governo”, hanno fatto sapere fonti del Carroccio, “a cui aggiungiamo la necessità di stoppare le leggi su droga libera e cittadinanza facile. Non è questo che si aspettano gli italiani da questa maggioranza”.
Reazioni anche dagli altri partiti: “La scelta politica del M5s è grave”, ha dichiarato il senatore dem Andrea Marcucci. “Indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati. Considerazione che vale per Conte ma anche per Salvini e per chiunque altro metta in discussione l’esecutivo Draghi”. Per Forza Italia, ha parlato anche il coordinatore Antonio Tajani: “La scelta del M5s oggi di non votare il decreto aiuti che stanzia 20 miliardi per famiglie e imprese in un momento di grande difficoltà è da irresponsabili”, ha dichiarato. “Noi vogliamo sapere chi, tra le forze di maggioranza, ha deciso di cambiare idea, o se ha cambiato idea”.
In serata il premier Draghi si è recato a colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’incontro al Colle, secondo quanto si è appreso, si è protratto per circa quaranta minuti. Al centro del colloquio, a quanto si apprende da fonti del Quirinale, c’è stato l’esame della situazione politica internazionale e nazionale. Per quanto riguarda la parte più politica ossia il voto di fiducia, Mattarella non avrebbe commentato eventuali scenari.
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