Decreto Aiuti, dopo al fiducia in Senato emergono le posizioni dei partiti con alcune ipotesi che già circolano come il nome di Giuliano Amato. Intanto, Mario Draghi è salito al Colle da Mattarella.
Decreto Aiuti, dopo la fiducia in Senato quali sono le posizioni dei partiti
L’Aula del Senato ha votato la fiducia al decreto aiuti. Come annunciato non hanno partecipato al voto i 61 senatori del M5S. I sì al testo sono stati 172, 39 i No e nessun astenuto. I partecipanti al voto sono stati 212, i votanti 211. Il dl, che ha già incassato il via libera della Camera, è legge.
Durante le discussioni in Aula nella mattinata di giovedì 14 luglio, sono emerse le posizioni dei partiti. Matteo Renzi di Italia Viva ha rivolto un appello a Draghi affinché il governo vada avanti. Il Pd con Simona Malpezzi ha chiesto “responsabilità da parte di tutti”, mentre per Vasco Errani di Leu occorre “verificare se un ultimo colpo di reni sia possibile”.
Secondo Primo Di Nicola, capogruppo di Insieme per il futuro, “chi segue gli interessi di partito gira le spalle al Paese”. Nel centrodestra: FdI con Luca Ciriani ha sollecitato il ritorno alle urne. Dal Carroccio Paolo Tosato ha assicurato: “La Lega è leale ma se mancano le condizioni si voti”. per Anna Maria Bernini di Forza Italia “è dividente che se qualcuno non voterà la fiducia, oggi nascerà una nuova maggioranza di governo”.
Ancora dal Pd il segretario Enrico Letta ha fatto sapere che in Parlamento “diremo che siamo disponibili a una continuazione di questo governo Draghi, non siamo disponibili a tirare avanti chicchessia: se non ci saranno le condizioni, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani e noi saremo pronti ad andare di fronte agli italiani con il nostro progetto per il futuro dell’Italia. Una maggioranza senza il M5s “a me sembra un’ipotesi totalmente improbabile. Dopodiché il Parlamento è sovrano, quindi ascolteremo tutti”, ha detto Letta. Poi, Luigi Di Maio attacca gli ex compagni di partito: “I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale”, ha affermato il ministro degli Esteri.
Torna in ballo il nome di Giuliano Amato
Dopo la fiducia in Senato, Mario Draghi è salito al Colle dal presidente Mattarella. Intanto, viene fuori la solita voce che porta a Giuliano Amato. Secondo la Repubblica, il sui profilo potrebbe essere proposto come traghettatore fino alle nuove elezioni che potrebbero esserci verso il mese di ottobre.
Tante le reazioni che coinvolgono anche Massimo D’Alema, che avrebbe sondato la possibilità di formare un governo temporaneo sia con Giuseppe Conte che con Matteo Salvini. Tuttavia, l’ipotesi non è ben accettata dal senatore Nicola Morra, che su Facebook ha commentato: “D’Alema starebbe sondando Conte e Salvini per capire se si possa fare nascere un esecutivo con Amato Presidente del Consiglio che ci porti alle elezioni a scadenza naturale della legislatura. D’Alema…Amato…Zombies si diceva? E qualcuno ha resuscitato questi testimoni del ‘900!”.