Con il cambio di colore del Governo, il primo pensiero di molti è andato alla Rai, l’azienda che più risente i contraccolpi e l’influenza della politica. Tra i nomi più discussi del nuovo corso del servizio pubblico c’è sicuramente quello di Teresa De Santis, direttore di Rai1, andata sin da subito in una direzione più gradita al precedente Governo gialloverde e, in particolar modo, alla Lega.
De Santis ha rilasciato ieri una lunga intervista a La Stampa per raccontare il suo lavoro di questi mesi, rivendicando i risultati conseguiti: “Dati matematici non contestabili. Rai 1 stacca la concorrenza di parecchi punti e anche nel day time sta rimontando un gap antico con Canale 5”. E poi l’affondo: “Non mi sono mai sentita in gran compagnia. Il maggiore competitor ha investito milioni su una programmazione che lo illumina sette giorni su sette, hanno nuove produzioni, nuove fiction. Pure nel pre-serale hanno investito tre milioni e mezzo di euro”.
E ancora: “Non ho la Champions League […] Vado in guerra a mani nude”. Quasi a dire che si è fatto il possibile con gli strumenti a disposizione. E sarà anche vero. Ma i dati dicono anche altro. Soprattutto se si esaminano le prime serate. Secondo lo Studio Barometro su dati Auditel, infatti, nel periodo 1-22 settembre gli ascolti nel 2019 sono stati in media pari a 3.450.000, rispetto ai 4.253.000. Una differenza, dunque, di 803mila telespettatori in media. Difficile dire da cosa dipenda tale flop ma certamente si è avuto sotto la direzione della De Santis.