Insieme ai 5 Stelle, c’è dell’altro “Movimento” in quella che si può definire l’area legalitaria. I pretendenti a quell’elettorato che portò in orbita Beppe Grillo nel 2018 sono molti, a cominciare da Alessandro Di Battista, custode della purezza identitaria del M5S a suo dire ampiamente tradita dal nuovo corso politico. Diba fa tour in giro per l’Italia, sulla falsariga di Grillo, ma ancora non si sbilancia sul suo ritorno in campo che comunque pare imminente.
Poi ci sono i fuoriusciti dal Movimento, con “L’Alternativa c’è” che possono già ora incidere sulla politica istituzionale. C’è Davide Casaleggio con il suo nuovo progetto Camelot, erede di Rousseau, e c’è – a corrente alternata – Italia dei Valori con Antonio Di Pietro che aveva dato la sua benedizione all’avventura romana in verità finita male, anche perché il candidato sindaco Rosario Trefiletti non ha capito nulla dell’elettorato a cui si stava rivolgendo e ha presentato un programma di stampo liberista, raccogliendo per risposta pochissimi voti.
IL CIGNO NERO. Dunque per ora non appare ancora il “cigno nero” capace di prendere l’elettorato che fu di Di Pietro e Grillo, un elettorato giustizialista e populista, nel senso migliore del termine. Tuttavia qualcosa si sta muovendo a sud di Roma. Subito dopo le ultime regionali in Calabria, perse però con un rilevante 16,5%, Luigi De Magistris aveva detto di volersi prendersi “una pausa di riflessione”.
Ma con il nuovo anno – a quanto risulta a La Notizia – comincerà a preparare il suo ritorno in vista delle elezioni politiche del 2023, se non si svolgeranno anticipatamente in caso di novità istituzionali rilevanti, come la salita a al Colle di Mario Draghi. Dunque De Magistris non rimarrà con le mani in mano, forte dell’esperienza accumulata in questi anni prima con Italia dei Valori in Europa e poi con il doppio mandato come Sindaco di Napoli.
IL PROGRAMMA. A tal proposito, appena qualche giorno fa ha detto di essere “un viandante della politica”, che gira l’Italia per organizzare un Movimento politico con cui candidarsi alle politiche del 2023. Uno schieramento da costruire “al di fuori del pensiero unico e del vogliamoci bene, perché esiste un altro Paese”. Vogliamo costruire – ha aggiunto – una confluenza di soggettività e movimenti, un po’ come Podemos in Spagna – in cui ognuno mantiene la sua individualità, ma fa un passo in avanti per stare uniti. Un movimento che avrà le radici al sud e che ha voglia di espandersi”.
A quel punto il grande bacino movimentista sarebbe scalabile e risuonerebbe facilmente con le usuali tematiche relative alla legalità e alla giustizia (tema ora più che mai sentito con la crisi in atto nel mondo della magistratura), non separate da una forte componente ambientalista che è considerata tradita dal ministro Roberto Cingolani. Resta da capire però quali saranno le alleanze, e se De Magistris aprirà al Pd (con cui non c’è un buon rapporto in Calabria), ad Alternativa e a Casaleggio, e quali saranno i rapporti con lo stesso Grillo che in passato sono stati altalenanti e non sempre sereni.
Certamente l’ex magistrato napoletano ha tutti i numeri per giocare la sua partita al meglio con l’altro contendente, e cioè quel Di Battista che pare avere ancora un forte appeal sull’ex elettorato grillino perplesso di fronte alla scelta governista di Luigi Di Maio e, in parte, di Giuseppe Conte. In ogni caso i motori si stanno scaldando per le elezioni politiche e certamente ne vedremo delle belle.