È ripreso oggi il dibattito in Senato sul Ddl Zan (qui il testo) con la presentazione degli emendamenti. In quest’occasione è possibile verificare se con le proposte di modifica presentate dai vari partiti l’asse giallorosso del Pd e del M5S potrebbe essere messo in difficoltà. Nel mirino quelli presentati la Lega (quasi 700) ma anche quelli del senatore Riccardo Nencini (Psi), della senatrice Julia Unterberger e di altri esponenti del Gruppo delle Autonomie
Ma avanza sempre con più forza l’idea che il ddl Zan venga rimandato a settembre. Intanto sulla legge contro l’omotransfobia la tensione rimane alle stelle. “Noi la appoggiamo”, ha spiegato l’ex presidente del Consiglio e leader in pectore del M5S Giuseppe Conte. Pd e M5s non presenteranno emendamenti e neanche i renziani dovrebbero farlo anche se continueranno a chiedere una convergenza per cambiare i punti controversi, ovvero gli articoli 1, 4 e 7. Vale a dire quelli che, rispettivamente, introducono il concetto di identità di genere, che trattano la libertà di espressione e che riguardano l’insegnamento anti-discriminazione nelle scuole.
Secondo Matteo Renzi “un accordo è a portata di mano”, perché “ la Lega, dopo mesi di ostruzionismo, ora si dice disponibile”. E ancora: “I voti non ci sono al momento, per me un compromesso è fattibile su tre articoli”, insiste il leader di Iv. “Il Pd si è messo di traverso, è diventato il partito no Zan”, attacca il senatore fiorentino. “Domani (oggi, ndr) – spiega Enrico Letta dal Pd – è una giornata importante perché ognuno si assumerà le proprie responsabilità, capiremo quale sarà l’atteggiamento delle diverse forze politiche”.
E attacca il Carroccio: “Chi è omofobo in Europa non può essere un credibile interlocutore in Italia”. “Letta scelga il confronto e il dialogo, altrimenti la legge non verrà mai approvata”, replica il leader della Lega, Matteo Salvini. Tra oggi e mercoledì ci sarà una nuova capigruppo che fisserà il nuovo calendario ma il convincimento è che non si entrerà a breve nel merito del testo. Il Pd presenterà ordini del giorno per fissare dei ‘paletti’ sul tema dell’identità di genere ma l’obiettivo è quello di non modificare in alcun modo il ddl Zan. Rimangono i nodi politici. I renziani saranno mai disposti a votare assieme al centrodestra?
“I 700 emendamenti presentati dalla Lega sono il chiaro tentativo di affossare la legge. Altro che volonta’ di dialogo e mediazione. Salvini sui diritti conferma di avere la stessa linea di Orban” ha scritto in Tweet il deputato del Pd Alessandro Zan a proposito del disegno di legge che porta il suo nome. “I 672 emendamenti al Ddl Zan – ha detto, invece, il capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi – dimostrano che la volontà della Lega non è mai stata quella di mediare ma solo di affossare una legge di civiltà attesa da anni. Ma era difficile credere che chi difende le scelte illiberali di Orban potesse sostenere una legge contro le discriminazioni”.