Un avvertimento che suona come una minaccia. Matteo Renzi getta benzina sul fuoco sul ddl Zan (leggi l’articolo). E nell’intervista rilasciata a Repubblica dice che “l’importante è non affossare la legge: a scrutinio segreto rischia molto. Nei gruppi Pd e M5S potrebbero mancare voti, è il segreto di Pulcinella”. Una provocazione che tanto il Pd quanto il M5S rigirano al mittente denunciando un asse tra renziani e le destre. Semmai, infatti, è Italia viva a non doversi prestare a strumentalizzazioni: “La Lega – dice il dem Alessandro Zan ai renziani – “vi sta usando come cavallo di Troia per entrare nelle pastoie del Senato e affossare le legge”. L’attuale testo – argomenta – “è frutto di una lunga mediazione alla Camera” in cui sono stati “protagonisti i deputati di Iv con importanti proposte che sono state accolte” e che in caso di modifica della legge finirebbero nel nulla.
Oggi intanto ci sarà per il contestato disegno di legge un primo importante banco di prova. In mattinata si terrà la capigruppo al Senato, con l’ultimo (disperato) tentativo di cercare un accordo su un testo condiviso e nel pomeriggio l’Aula voterà per la calendarizzazione del testo che – almeno su questo il vecchio asse giallorosso (inclusa Iv) dovrebbe tenere – è destinato a sbarcare il 13 luglio nell’emiciclo. Ma la battaglia sul ddl Zan (qui il testo approvato alla Camera) si infiamma, complice anche le provocazioni provenienti da chi quel disegno di legge non riesce a digerirlo in alcun modo. In questa direzione va l’appello del leader leghista, Matteo Salvini: “Accogliamo l’invito della Santa Sede, troviamoci entro domani (oggi, ndr) e condividiamo insieme un testo. Se il Pd invece rifiuterà il dialogo si assumerà la responsabilità di affossare questa legge”.
Mai appello poteva cadere più nel vuoto come questo. Pd e M5S fanno muro: il testo non si tocca, rimanga così com’è. “L’appello di Salvini non cambia nulla. Andiamo in Aula il 13 e vediamo”, dichiara il dem Franco Mirabelli. “Tutti quelli che l’hanno votata alla Camera la votino pure al Senato, che problema c’è?”, rincara la dose il segretario del Pd, Enrico Letta, sfidando i renziani. Giurano lealtà al Pd e al testo i Cinque Stelle che respingono i sospetti di possibili tradimenti con i voti segreti. “Il M5S ha una parola sola e nessuno può permettersi di insinuare dubbi sulla nostra compattezza”, dice il capogruppo in Senato Ettore Licheri. Gli esponenti del M5S, invece, insinuano il sospetto che sia Iv a tirarsi indietro nelle votazioni a scrutinio segreto. “Non bisogna avere paura del voto segreto – dichiara Giuseppe Brescia a proposito del ddl Zan – semplicemente perché quella prova è stata superata già alla Camera con ben 3 voti segreti, incluso quello finale sulla legge. Se Renzi non sa garantire la coerenza dei suoi senatori è un problema suo”.
La battaglia, dunque, rischia di spostarsi in aula. Dopo che il voto sancirà l’approdo nell’emiciclo si apriranno i termini per depositare ufficialmente gli emendamenti. Si attendono al varco quelli di Italia viva. Ma la stessa Lega, sebbene possa condividere con i renziani il proposito di modificare – per alcuni “affossare” – il ddl Zan, mette le mani in avanti sulle proposte di Italia viva. Il ddl Scalfarotto cui guarda ora il partito del senatore fiorentino fu già, ricordiamo, bocciato dal centrodestra. Lo stesso presidente della commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari, che oggi presenterà una sintesi da sottoporre ai gruppi, dichiara che quanto richiesto da Iv non combacia con quanto richiesto dalla Lega che vorrebbe una modifica anche dell’articolo 5, sugli effetti penali delle eventuali condanne. Che sia tattica per negare presunti sodalizi lo si capirà a breve.