Pronti, partenza…ciak! Ormai è partito il conto alla rovescia, com’è visibile d’altronde pure sul sito, per i David di Donatello 2017. Gli Oscar italiani, come qualcuno, forse un po’ semplicisticamente, ama definirli. Un’attesa giustificata dal fatto che in gara spiccano lungometraggi che nel corso dell’anno scorso hanno raccolto riconoscimenti di pubblico, critica e botteghini. E non è un caso che, nelle varie categorie, spiccano nomi di punta del cinema nostrano, da Stefano Accorsi a Toni Servillo, fino a Valerio Mastandrea. Così come non è un caso che addirittura i bookmakers si sono mossi in queste ore lanciando quote sui candidati favoriti.
Gara aperta – Ma cerchiamo di destreggiarci nella lunga lista dei candidati, lasciando ai lettori un utile vademecum per la serata di lunedì. A cominciare, ovviamente, dalla statuetta per il miglior film. A spuntare nella cinquina è senz’altro La pazza gioia, il film di Paolo Virzì che narra di una “dolce” follia che coccola gli spettatori tra ritmi quasi comici e attimi di commozione profonda, anche grazie alle sublimi interpretazioni delle due protagoniste, Micaela Ramazzotti (peraltro moglie di Virzì) e Valeria Bruni Tedeschi che, dopo il successo personale raggiunto ne Il capitale umano, è sempre una garanzia nei film di Virzì. Ma attenzione: come si sa, non sempre quel che ci si aspetta, accade in serate come queste. Anche vista la concorrenza, a cominciare dal film di Matteo Rovere, Veloce come il vento, che narra delle gesta del pilota di rally, Carlo Capone, tramite la magistrale interpretazione di Stefano Accorsi, a giusta ragione lanciatissimo per la statuetta di migliore attore protagonista.
Non bisogna dimenticare, però, che nella cinquina troviamo anche Fai bei sogni, il film che nasce dall’omonimo libro di Massimo Gramellini, con Mastandrea nei panni del giornalista. Ma occhio anche a Fiore, un film che forse non ha avuto il giusto tributo dai botteghini, ma che – secondo il nostro soggettivo gusto e giudizio – meriterebbe a pieno titolo di ritirare la statuetta per il miglior film. Una trama intensa, da cui emerge il disagio sociale di una ragazza che, detenuta in carcere, trova il porto salvifico soltanto nell’amore che comincia a nutrire verso un altro detenuto. Plausibile, però, che alla fine si finisca “in amicizia”, assegnando a La pazza gioia la statuetta per il miglior film e a Rovere quella di miglior regia. O viceversa, si capisce.
Occhio agli outsider – Ma passiamo, a questo punto, ai premi per gli artisti. Se, come abbiamo detto, per il miglior attore protagonista Accorsi pare favorito, nonostante la cinquina presenti nomi del calibro di Servillo, Sergio Rubini, Michele Riondino e Mastandrea (invece favorito per il miglior attore non protagonista in Fiore), discorso diverso per la statuetta di migliore attrice. Qui i bookmakers danno per favorite la Ramazzotti e la Bruni Tedeschi, entrambe nella cinquina delle candidate. Ma attenzione alle due assolute novità del panorama cinematografico italiano, la bella e brava Matilda De Angelis, protagonista con Accorsi nel film di Rovere, e Daphne Scoccia, la “detenuta” di Fiore. Due espressioni del giovane panorama artistico italiano di cui, siamo certi, sentiremo ancora abbondantemente parlare.
Senza dimenticare la “particolarità” della candidature a due, delle gemelle Angela e Marianna Fontana, protagoniste di Indivisibili, il film di Edoardo de Angelis che narra dei problemi delle due gemelle “neomelodiche”, sfruttate da una madre distratta e da un padre usurpatore, il tutto calato in una Napoli quasi inesistente e a tratti onirica. Difficile che il lungometraggio venga premiato come miglior film vista la concorrenza, ma non è detto che alla fine arrivi il coup de théâtre, con la vittoria in tandem delle due protagoniste. Vedremo: non resta che aspettare la serata di premiazione e augurare a tutti una buona visione.