Non c’è niente da fare: ogni volta che diventa fondamentale coinvolgere la società civile in un’ottica di totale trasparenza con la società civile, ecco che capita qualcosa che rende il percorso piuttosto travagliato. Ed è quello che pare accadere anche col delicatissimo – e determinante – Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Non solo. Il regolamento istitutivo del Next generation Eu (Ngeu) prevede un “freno di emergenza” che può bloccare l’erogazione dei fondi nel caso di gravi scostamenti dal raggiungimento dei target intermedi e finali.
Per questo motivo un monitoraggio attento e puntuale sullo stato di avanzamento di riforme e investimenti risulta indispensabile. Anche da questo punto di vista quindi sarebbe auspicabile un coinvolgimento della società civile che possa contribuire a segnalare criticità e ritardi. E invece? E invece pare che nulla di tutto questo accada nonostante le tante parole di rassicurazione a riguardo del governo guidato da Mario Draghi. Anzi: sul sito italiadomani.gov.it sono stati pubblicati 2 file non coerenti tra loro. Questo ci porta a pensare che le informazioni messe a disposizione non siano le stesse su cui sta lavorando il governo.
ASSENZA DI DATI. Ma facciamo un passo indietro. Affinché possa esserci vera trasparenza è ovviamente fondamentale il più ampio accesso alle informazioni possibile. Nella sezione “open data” dell’apposito portale che il governo ha creato per la diffusione delle informazioni sul Pnrr, però, come denuncia OpenPolis, sono stati recentemente pubblicati 2 file che presentano varie criticità. Innanzitutto non sono stati realizzati seguendo le più comuni buone pratiche in tema di open data. E non è caso da poco considerando che i fondi già stanziati dall’Ue per il programma Next Generation sono pari a 24,9 miliardi.
Cosa accade dunque nel dettaglio? Semplice. I due file pubblicati sul portale del governo contengono dati differenti: uno l’elenco delle misure (riforme e investimenti) aggiornato al 30 settembre; l’altro invece mostra le scadenze (traguardi e obiettivi) ed è aggiornato al 12 luglio. Una prima incongruenza si registra nel file relativo alle scadenze. Ogni voce contenuta nel file è associata a una missione, una componente e una o più misure o sottomisure (riforme o investimenti).
Tutte queste indicazioni sono poi ricollegate grazie a un unico codice identificativo. Tuttavia in alcuni casi i riferimenti dei codici identificativi e quelli descritti nella colonna “misura correlata” non coincidono. E l’altro file? Uguale: in alcuni casi infatti manca il codice univoco con il quale le misure sono indicate nell’altro file. Ciò rende impossibile associare scadenze e misure.
TRASPARENZA BYE BYE. È possibile che tutte queste criticità e incongruenze siano dovute al fatto che questi file sono stati compilati manualmente, con un fine non di analisi ma di divulgazione. Questo però rende i file poco affidabili e quindi inutilizzabili ai fini del monitoraggio sullo stato di implementazione del Pnrr. È evidente che in questo modo monitorare è impossibile. Men che mai garantire trasparenza. Anche perché, come sottolinea ancora OpenPolis, l’unica indicazione vincolante è quella relativa all’obbligo di inviare una relazione annuale al Parlamento. Per ulteriori informazioni invece il documento rimanda al portale “Italia domani”. Che come abbiamo visto, però, è pieno di falle.