Chi è Darya Dugina, la figlia dell’ideologo di Putin, Aleksandr Dugin? La giovane donna è morta in un attentato a Mosca, probabilmente organizzato da Kiev per uccidere il padre.
Darya Dugina, chi è la figlia dell’ideologo di Putin morta in un attentato?
Darya Platonova Dugina, 30 anni, era il numero 244 dell’elenco delle 1.331 persone fisiche russe sanzionate dall’Occidente in qualità di “autore di alto profilo della disinformazione circa l’Ucraina e riguardo all’invasione russa dell’Ucraina su varie piattaforme online”. Inoltre, è stata riconosciutq anche come responsabile per il supporto e la promozione di politiche o iniziative di destabilizzazione dell’Ucraina per minarne “l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza”.
La figlia dell’ideologo di Putin, Aleksandr Dugin, è deceduta dopo essere rimasta coinvolta in quello che è stato descritto come un attentato organizzato presumibilmente da Kiev contro il padre. Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine russe, l’auto del filosofo a bordo della quale la 30enne stava viaggiando è improvvisamente esplosa alla periferia di Mosca nel momento in cui un ordigno montato sul velivolo è stato attivato. All’interno del mezzo, insieme a Darya Dugina, avrebbe dovuto esserci anche il padre Aleksandr.
Carriera, ideologia politica e padre Aleksandr Dugin
Per quanto riguarda la figlia di Aleksandr Dugin, Daria Dugina aveva 30 anni e si era laureata in filosofia presso l’Università Statale di Mosca. Negli anni della sua formazione, aveva scelto di approfondire gli studi sul neoplatonismoma aveva come riferimenti culturali anche Martin Heidegger, il sociologo francese Jean Baudrillard e Antonio Gramsci.
Il 4 giugno 2022, il suo nome era stato inserito nella lista delle persone sanzionate dal governo del Regno Unito, insieme ad esempio al magnate Roman Abramovic. La decisione è stata presa quanto la 30enne si è mostrata favorevole all’invasione russa dell’Ucraina e ha promosso politiche a supporto dell’operazione militare speciale avviata dal Cremlino.
Dugina, inoltre, aveva sposato la medesima ideologia del padre e, in una recente intervista alla testata online geopolirika.ru, aveva parlato del conflitto russo-ucraino, affermando: “La situazione in Ucraina è davvero un esempio di scontro di civiltà; può essere visto come uno scontro tra la civiltà globalista e quella euroasiatica – e aveva aggiunto –. Dopo ‘la grande catastrofe geopolitica’ (come il presidente russo ha definito il crollo dell’Urss), i territori dell’ex Paese unito sono diventati “confini” (zone intermedie) – quegli spazi su cui è aumentata l’attenzione dei vicini, con la Nato e soprattutto gli Stati Uniti interessati a destabilizzare la situazione ai confini della Russia. Se le élite liberali occidentali insistono così tanto nel sostenere Kiev e demonizzare Mosca, è perché dietro c’è una logica di profitto. Tutto deve essere messo in discussione. Questo è un principio importante che ci permette di mantenere un occhio lucido. Nella società dello spettacolo, della propaganda e della natura totalitaria dei sistemi occidentali, il dubbio è un passo essenziale per uscire dalla caverna…”.