Alessandra Todde per Luciano D’Amico: è questa la scritta che campeggia sullo schermo allestito a L’Aquila per il comizio che chiude l’intensa campagna elettorale del candidato delle forze progressiste, un’ampia coalizione che va da Azione e Italia viva al Pd e al M5S. L’ex rettore di Teramo, che domenica cercherà di strappare alle destre la guida della Regione Abruzzo, ha voluto al suo fianco per l’ultimo appello agli indecisi solo la presidente della Regione Sardegna.
Todde sul palco per la volata finale in Abruzzo di Luciano D’Amico
E il parallelo tra l’Abruzzo e la Sardegna è stato il filo rosso della campagna elettorale del campo largo con cui si è cercato di risvegliare l’orgoglio degli abruzzesi soggiogato da cinque anni di giunta Marsilio, in cui la sanità, le infrastrutture, il lavoro hanno segnato il passo. Se il vento del cambiamento ha soffiato forte sull’isola con la spallata alla destra, può soffiare forte anche in Abruzzo, è stato il messaggio che il mite accademico ha voluto mandare.
“Lascio la parola a Luciano D’Amico con la similitudine, che mi ha ricordato lui prima, che Berlinguer faceva tra abruzzesi e sardi, diceva ‘mi sembrano genti simili, sono rudi, seri e laboriosi’. Ecco, la cosa che vi chiedo è di ricordarvi chi siete, che questa terra appartiene a voi e non lasciatevi rubare questa terra da questa destra che i valori non sa neanche dove siano di casa”, ha detto la neo governatrice presentando lo sfidante di Marsilio. “Uniti, proprio come in Sardegna, possiamo battere questa destra”, ha insistito.
Conte arringa la folla: “La Sardegna è la prova che niente è impossibile”
“Todde non è mica un talismano. È la prospettiva concreta che si può vincere. Che si può coltivare e realizzare una prospettiva di rinnovamento”, ha spiegato il leader del M5S, Giuseppe Conte, che ieri è tornato ancora in Abruzzo per la volata finale al candidato del “campo giusto”. “A differenza di D’Amico che è ben voluto e conosce la Regione io posso dire che ho gestito tavoli di crisi al Mise e Marsilio non l’ho mai visto, ha mandato seconde e terze file. Non si è mai degnato di curare i lavoratori e le lavoratrici della sua regione”, è stata la pesante accusa della pentastellata.
E se i ministri del governo sono calati in massa in questi giorni in Abruzzo per promettere mari e monti, elargendo mancette per lusingare gli abruzzesi, D’Amico riferisce la notizia che gli è giunta alle orecchie secondo cui la giunta Marsilio ha deliberato ieri, nonostante i prorogatio, l’assegnazione di svariate decine di milioni di euro. “Noi annulleremo le leggi mancia, e tutto quello che dovrà essere fatto per il territorio si farà con procedure trasparenti. Aboliremo i maxi emendamenti con i fondi a pioggia”, dice D’Amico. E conclude con un “Vinceremo le elezioni e faremo il bene dell’Abruzzo”. E una benaugurante “Bella ciao” cantata con Todde.