Se l’industria piange, i consumatori di certo non sorridono. Doppia doccia gelata per l’economia italiana dall’Istat. Da una parte l’ennesimo (siamo a quota 19 consecutivi) calo del fatturato dell’industria e dall’altra la discesa della fiducia dei consumatori, particolarmente preoccupante in vista del Natale, periodo che solitamente rilancia i consumi.
Partiamo dal primo dato: a ottobre 2024 l’indice su base mensile del fatturato dell’industria e dei servizi è aumentato, ma su base annuale la flessione è netta per l’industria (mentre crescono i servizi). In termini congiunturali il fatturato dell’industria è salito dello 0,5% in valore e dello 0,8%, ma rispetto a un anno fa il calo è del 5,3% in valore e del 3,8% in volume. Dopo il ventunesimo calo consecutivo della produzione industriale, quindi, arriva anche il diciannovesimo del fatturato.
Il calo del fatturato dell’industria
Su base tendenziale il calo deriva dalla diminuzione sia del mercato interno (-4%) che estero (7,7%). Questi dati indicano, secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, “una Caporetto, una tempesta che ha colpito le nostre industrie dall’aprile del 2023, senza che da allora si sia mai intravisto uno spiraglio di luce e di sereno”. Un dato che ha inevitabilmente “effetti nefasti sul Pil e sulla crescita”. Il trend negativo, sottolinea il Codacons, “ricalca quello della produzione” e “certifica la cattiva salute dell’industriale italiana”. Con un calo notevole per i beni di consumi che, viene sottolineato, evidenzia “la necessità di intervenire sul fronte del potere d’acquisto delle famiglie e dei consumi”.
In calo la fiducia dei consumatori, anche il Natale a rischio
Che il problema riguardi anche i consumi lo conferma un altro dato rilasciato ieri dall’Istat: il clima di fiducia dei consumatori è in calo per il terzo mese di fila, passando da 96,6 a 96,3. Va meglio per il clima di fiducia delle imprese che è invece in aumento da 93,2 a 95,3, dopo due mesi di calo. Il nodo più problematico è quello dei consumatori, che si attendono un peggioramento sulla situazione economica del Paese e sul fronte della disoccupazione, una percezione che si riflette in un calo del clima economico (da 97,8 a 96,1) e di quello futuro (da 93,8 a 93,3).
Il terzo mese di fila in cui si registra un calo nell’indice di fiducia dei consumatori preoccupa Anna Rea, presidente dell’Adoc, secondo cui “la preoccupazione aumenta, oltretutto neanche il periodo di festa può aiutare, sarà un Natale sottotono”. Sarà, a suo giudizio, “un Natale povero anche per coloro che hanno percepito la tredicesima che andrà a pagare tasse e spese in forte aumento, come ad esempio la Tasi in molte città, al bollo auto e all’Imu, tra le scadenze di fine anno”. “Quello che ci è stato narrato finora in termini di interventi a favore delle famiglie – afferma Rea – ha avuto un finale deludente”.