di Alessandro Barcella
Il Fai la definisce “una grande mobilitazione popolare”, che negli anni ha coinvolto ben 6,8 milioni di persone. Stiamo parlando della tradizionale “Giornata di Primavera”, giunta quest’anno alla sua XXI edizione. Sono oltre 700 i luoghi in tutta Italia, spesso inaccessibili e per l’occasione eccezionalmente a disposizione del pubblico, di cui il Fondo Italiano per l’Ambiente ha aperto i cancelli. Negli anni si è potuta ammirare la bellezza di chiese e palazzi, aree archeologiche e giardini. Non sono mancati poi spazi assolutamente anomali e originali come caserme, centrali idroelettriche, persino un osservatorio astronomico. Ma l’edizione numero 21, tenutasi durante lo scorso fine settimana, sarà forse ricordata per una “chicca” che FAI ha voluto regalare, sul territorio lombardo, ai propri iscritti: una bella visita commerciale ad una prestigiosa, e costosa, iniziativa di edilizia residenziale. Stiamo parlando proprio di un complesso di appartamenti, un buon 30% dei quali tutt’oggi in vendita. Non si tratta però di un complesso immobiliare qualsiasi, ma delle celebri “Residenze Campari”, realizzate da note “archistar” a ridosso dell’antica e prestigiosa azienda Campari di Sesto San Giovanni (quella, per intenderci, che ha creato il famoso “bitter”).
Il sito dell’iniziativa del FAI era assolutamente chiaro: “in occasione della Giornata Fai sarà possibile la Visita alle Residenze di Via Campari, in collaborazione con Moretti Real Estate, riservata agli Iscritti FAI”. Contattando una delle 6 agenzie immobiliari del territorio, che hanno in carico gli appartamenti (promossi come “il verde ecosostenibile del lusso”) , ne abbiamo immediata conferma: “Se prenota una visita avrà la possibilità di vedere l’azienda Campari, nell’ambito della giornata FAI, e anche le nostre residenze. Un buon 70-80% le abbiamo vendute ma restano ancora diversi appartamenti a sua disposizione, dai bilocali agli attici”. Un’idea sicuramente originale, anche se forse poco opportuna. Un’idea che Moretti Real Estate (divisione immobiliare della holding “Terra Moretti Spa”) “vende” come occasione culturale. Nella home page del gruppo, un colosso da 100 milioni di euro di produzione annua (dal vitivinicolo all’alberghiero), si legge infatti: “le residenze di via Campari aperte per raccontare la storia della riqualificazione di Sesto san Giovanni”.
La cultura è in vendita
Che la ex “Città delle Fabbriche” (qui nascono Breda, Marelli e Falck) sia luogo importante di recupero di primarie aree ex industriali non è affatto in discussione. Il punto è naturalmente un altro: perché legare un’iniziativa culturale “alta” come quella delle Giornate del Fai agli interessi commerciali di un operatore privato? Forse per il valore progettuale del complesso, come spiegano gli organizzatori: “L’idea è nata dai referenti del gruppo Nord est – spiega l’ufficio stampa di FAI -. Si è trattato di una scelta pensata per il fatto che i due appartamenti visitati sono parte integrante del progetto architettonico di Mario Botta e Giancarlo Marzorati. Un progetto questo assolutamente simbolico di come gli architetti siano intervenuti per il recupero dell’intera area. La nostra intenzione è stata unicamente quella di dare ai visitatori una visione più completa possibile, senza alcuna intenzione di promozione commerciale”. Stefano Barlassina, responsabile della delegazione che ha voluto l’iniziativa, conferma: “L’architettura contemporanea era una dei quattro filoni lungo cui ci siamo mossi quest’anno. E’ stato un grande successo di pubblico, con circa 1400 visitatori per la Campari e qualche centinaio per le torri residenziali. In questa idea l’operatore immobiliare privato non ha avuto alcun ruolo – conclude Barlassina -. E non c’è stata alcuna commistione tra FAI e iniziativa privata”. Ecco allora che le Residenze Campari diventano luogo dove fare cultura, anche se si tratta di una cultura in vendita. Per l’operatore privato e le sue case ecologiche e di interior design, in attesa delle proposte d’acquisto, è arrivata intanto una visibilità del tutto insperata.