Dopo il giuramento di due giorni fa, il Governo Conte-2 ha preso subito in mano i dossier più caldi e si è messo al lavoro in attesa della fiducia della prossima settimana, prima alla Camera e poi al Senato. Tanti i temi sui quali i nuovi ministri vogliono concentrarsi. Alcuni rappresentano la continuazione di quanto fatto nei primi mesi di legislatura, altri rappresentano, invece, un significativo cambio di passo. Vediamo, ministero per ministero, le sfide prossime che attenderanno l’esecutivo di Giuseppe Conte.
Stop ai processi lumaca. La riforma può partire. La conferma di Alfonso Bonafede in via Arenula ha un significato profondo e non è riconducibile soltanto alla vicinanza e alla stima che Luigi Di Maio nutre nei confronti del ministro della Giustizia. Non è stato solo il Tav e neanche i cosiddetti “ministri del no“, come li chiamava l’ormai ex vicepremier Matteo Salvini a far cadere il Governo. I primi veraci scontri si sono avuti proprio sulla riforma della giustizia, sgraditissima alla Lega. Ed è, invece, proprio da qui che ripartirà il Governo, con la bozza già predisposta da Bonafede, che mira a tempi certi per i processi sia civili che penali e a una riforma importante anche all’interno del Csm.
Lavoro, non solo Reddito. Parte il salario minimo. Anche in questo caso la nomina a ministro di Nunzia Catalfo non è banale. E anche in questo non può essere giustificata solo con la vicinanza a Luigi Di Maio. La Catalfo, infatti, è senza ombra di dubbio la senatrice che, più di tutte, ha portato avanti in Parlamento le battaglie più importanti sul tema lavoro dei 5 Stelle: Reddito di cittadinanza e salario minimo. Ed è, dunque, scontato che il ministro partirà proprio da qui: c’è da perfezionare i meccanismi della fase 2 del Reddito, ma poi non c’è dubbio che si partirà decisi sul fronte del salario minimo, tema peraltro su cui dovrebbe esserci convergenza di vedute con il Pd.
Italia tra Usa e Oriente. La partita di Di Maio. È stato lo stesso neo-ministro degli Esteri a parlare dei temi su cui vorrà concentrarsi. E in un post su Facebook annoversa “l’attenzione verso l’Africa” e “il tema delle migrazioni” tra “le linee guida su cui costruirò il mio lavoro”. Ma il tema centrale per la Farnesina sarà ridare all’Italia le certezze venute a mancare nell’ultimo anno circa la sua collocazione nel delicato equilibrio geopolitico tra gli Stati Uniti e l’Oriente. A leggere il programma definitivo del Governo, i tempi dell’ambiguità gialloverde sarebbero un ricordo: l’esecutivo, si legge, si impegna a promuovere “un nuovo equilibrio globale basato sulla cooperazione e la pace (…) nel quadro di un “multilateralismo efficace”, basato sul pilastro dell’alleanza euroatlantica“. E su questo il ruolo del fedelissimo collaboratore di Di Maio, Vito Cozzoli, giocherà un ruolo centrale, vista la sua vicinanza col mondo filo-Usa.
Più fondi all’Istruzione. Anche tassando gli snack. “Vorrei delle tasse di scopo: per esempio sulle bibite gassate e sulle merendine o tasse sui voli aerei che inquinano“. Le proposte del neo-ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti sono il primo tema diventato oggetto di discussione del nuovo Governo, lanciato ancor prima del giuramento. L’idea, che ad alcuni potrebbe sembrare bislacca, in realtà è già in vigore in diversi Paesi. In Europa, la pioniera è stata la Norvegia, che l’ha introdotta nel 1922 e ha deciso di aumentarla nel 2018 sia per i prodotti confezionati, sia per le bevande. La tassa è presente anche in Gran Bretagna, Catalogna (Spagna), Francia, Irlanda, Belgio, Estonia, Portogallo e Finlandia. Il punto di fondo, ha chiarito Fioramonti, è che occorrono maggiori finanziamenti per cambiare verso e passo alla scuola pubblica italiana.
C’è Speranza nella Salute. Stop al superticket. Da subito molto attivo il neo ministro della Salute Roberto Speranza, ha ieri rilanciato il contenuto di un disegno di legge a sua prima firma, assegnato il 4 luglio 2018 alla Commissione Affari Sociali della Camera, recante “Disposizioni in materia di finanziamento del Servizio sanitario nazionale”. Qui si proponeva innanzitutto il superamento del superticket, ossia la quota fissa sulla ricetta pari a 10 euro per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. L’obiettivo è anche portare da 114,5 a 118 miliardi il finanziamento della sanità pubblica, cancellando il superticket e dando al contempo il via a un grande piano di assunzioni. Il tutto facendo pagare il conto a banche, assicurazioni e fondi di investimento.
Spending review & C. Il Tesoro cerca coperture. Primo delicatissimo appuntamento per il ministro Roberto Gualteri è con la Manovra 2020: si parte da una base di circa 27 miliardi, tanti ne servono infatti per disinnescare le clausole Iva e finanziare le spese indifferibili, la cui asticella alla fine potrebbe attestarsi attorno ai 32-35 miliardi per effetto delle misure espansive in cantiere. Nei giorni scorsi, ad esempio, si è fatto un gran parlare del taglio del cuneo fiscale. L’obiettivo è avviare un’operazione incisiva di spending review, andando a vagliare in quali settori recuperare risorse e dove, invece, incrementare gli stanziamenti. Aleggia anche la riforma dell’Irpef, rispetto alla quale però si ragiona con più calma e in uno spazio a lungo raggio.
Rivoluzione green. Qui il Carroccio frenava. L’ambiente occuperà, come si sa, un posto di rilievo nell’agenda di Governo. E Sergio Costa è partito in quarta, annunciando che porterà già nel prossimo Consiglio dei ministri il primo decreto legge a livello europeo sui cambiamenti climatici, in previsione del summit dell’Onu a fine mese. Spiega che è arrivato “il momento di osare” e apprezza che “tutte e tre le componenti del Governo” siano disposte a farlo.Sarà un decreto “di supporto alle famiglie, ai consumatori e alle imprese per imporre la svolta verde. Punterà su qualità dell’aria, mobilità sostenibile, sulla creazione di aree economiche ambientali e ci saranno vantaggi fiscali per chi fa imprenditoria verde, vive verde, sviluppa verde“.