Per fortuna a leggere il testo del disegno di legge presentato in Parlamento, pare non si preveda che venga anche fatto assaggiare il vino nelle scuole. Nonostante questo, per Sergio Melilla e Dario Stefano è essenziale che i ragazzi delle scuole superiori (parliamo cioè di quella fascia che va dai 13 ai 18 anni) conoscano a menadito il vino. Prima l’uno (a febbraio 2016) e poi l’altro (a maggio) hanno pensato bene, infatti, di presentare una legge che mira alla “Istituzione dell’insegnamento di storia e civiltà del vino”. Insomma, una materia ad hoc per tutte le scuole secondarie. Certo, che dietro il nettare degli dei ci sia un mondo, è cosa risaputa, ma che da qui si passi a una vera e propria materia, forse è eccessivo. Ma d’altronde non c’è da stupirsi. Ora che le Camere hanno chiuso i battenti spedendo per quasi 40 giorni (ferie record!) senatori e deputati in vacanza, è cosa buona e giusta andare a vedere cosa hanno partorito i nostri onorevoli nelle Aule di Montecitorio e Palazzo Madama. Quel che ne esce è un bestiario stupefacente.
ALBI E FESTE PER TUTTI – Andando a spulciare i disegni di legge più strampalati dalle banche dati di Camera e Senato, la prima cosa che emerge è che i parlamentari hanno a cuore le festività. Qualunque esse siano. Tra i vari ddl, si trova l’istituzione di giorni festivi praticamente per tutto. Dalla Giornata del Mediterraneo (ci ha pensato il verdiniano Francesco Maria Amoruso) alla ricorrenza specifica per “l’internato militare italiano” (idea della dem Marilena Fabbri). Ma tra le varie proposte spunta anche la volontà di istituire una “Giornata nazionale in memoria delle vittime della crisi economica” o quella “in ricordo di Sergio De Simone e dei bambini di Bullenhuser Damm”. Finita qui? Certo che no. Perché c’è chi vuole ricordare, poi, specificatamente le donne impegnate nella Resistenza, chi il popolo armeno, chi i non meglio precisati “Giusti dell’umanità”.
Ma c’è anche chi non riesce proprio a dormire senza una festa in onore della battaglia di Lepanto (come il leghista Massimo Bitonci) e chi senza una “giornata nazionale del Calendario gregoriano” (il piddino Nicodemo Oliverio). Ma attenzione. Perché la stessa fantasia c’è anche nell’idea di creare albi a più non posso. Dai pizzaioli ai cuochi, dai generici fisioterapisti ai massofisioterapisti (non sia mai si offendano), dai consulenti filosofici fino ai “funzionari apicali degli enti locali”. Per non parlare dell’esigenza, almeno per Giorgio Sorial (M5S), dell’istituzione della figura dell’operatore shiatsu.
BRAND E SEPARATISTI – C’è poi chi si dedica agli animali e allora, per esempio, chiede che i cavalli diventino “animali da affezione”, chi vuole inserire norme per il riconoscimento dei diritti degli animali anche in Costituzione (Loredana De Petris). E poi ci sono i separatisti. Una marea di leggi chiedono che il Comune “x” si separi da una Regione e confluisca in quella vicina; o chi chiede che la carta d’identità sia bilingue: italiano e ladino.
Ma il non plus ultra viene dalla Sardegna, con il montiano Pierpaolo Vargiu che chiede di valorizzare l’identità sarda. Come? Con il riconoscimento di un vero e proprio brand commerciale: “Sardegna Nur.At.”. Cioè “Nuraghi” e “Isola di Atlante”. Ma è a leggere il testo di presentazione che si resta allibiti: da Vargiu sono scomodati anche i Beatles, Dan Brown e Michael Jackson. Così, per non farsi mancare nulla.
Tw: @CarmineGazzanni