Le Lettere

Dall’Aja un atto storico

Non capisco la gioia per il mandato di cattura della Corte penale contro Netanyahu e Gallant. Sono due criminali, ma non verranno mai arrestati.
Oreste Vanni
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Gentile lettore, sì, è utopico immaginare in manette Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa defenestrato per divergenze sul massacro che chiamano guerra. Però lei sottovaluta la portata dell’atto: è la prima volta che viene scardinata l’impunità dello Stato ebraico nei 76 anni della sua esistenza. Con l’appoggio di Usa ed Europa, Israele ha violato tutte le leggi internazionali e le risoluzioni dell’Onu senza pagar pegno. Ora non più. Definire “storico” il mandato di cattura non è esagerato. Netanyahu e Gallant rischieranno l’arresto se porranno piede nei 124 Paesi firmatari dello Statuto di Roma (tra cui non figurano Usa, Cina, Russia e lo stesso Israele). Ci saranno eccezioni: Slovacchia, Ungheria, Uruguay e Argentina annunciano che non eseguiranno l’arresto. In Italia Crosetto dice: “Sentenza sbagliata, ma dovremo applicarla”, e Tajani: “Sosteniamo la Corte, ma deve svolgere un ruolo giuridico, non politico” con una grave insinuazione sull’ordine della Corte, come non esistessero migliaia di video che mostrano bambini e innocenti civili massacrati e non esistesse la lettera a Biden di 99 medici americani che testimoniano di aver visto a Gaza infiniti casi di bambini uccisi con una pallottola alla testa dagli israeliani. Tra i crimini indicati dalla Corte ci sono anche la fame come metodo di guerra e la privazione di acqua, luce, medicinali e apparecchi medici, tutte azioni che hanno inflitto “sofferenze disumane alla popolazione civile”.

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