La figuraccia ha fatto il giro d’Italia: il governatore uscente della Liguria e candidato presidente del centrodestra Giovanni Toti ha attaccato il governo per via di una foto che ritraeva i ragazzi studiare sulle sedie senza banchi. E gù ovviamente critiche e accuse all’indirizzo di Giuseppe Conte e Lucia Azzolina. Peccato, però, che fosse solo un gioco organizzato dal dirigente scolastico e autorizzato dai genitori dei bambini.
“Certa politica vive infatti di strumentalizzazioni, non di rado urlate e avulse dalla realtà, e questa dei banchi nella scuola di Genova ne è stato un chiaro esempio: una mera fake news partorita da Toti e che ha soltanto generato confusione. Lo stesso dirigente della scuola in questione ha pubblicamente smentito Toti”, attacca Leda Volpi, deputata ligure del Movimento cinque stelle. “Quanto visto su Genova è purtroppo una strategia che il centrodestra sta applicando in tutta Italia. Se però gli sforzi profusi nel diffondere notizie false venissero spesi per una leale collaborazione con il Governo, avremmo sicuramente un Paese più efficiente e civile”.
E invece?
Fare invece terrorismo in un momento delicato come questo, con le famiglie ancora disorientate dal Covid, è da irresponsabili.
Prima Salvini col numero “sos” e poi Toti con la foto dei bimbi senza banchi. Trovata elettorale in vista delle elezioni regionali? Che ne pensa?
È stata diffusa strumentalmente una foto che ritrae dei bambini. Mi riesce difficile trovare qualcosa di più scorretto. Trasformare una serena giornata di lavoro a scuola in un attacco al Ministero è stato davvero grave, sia per l’uso vergognoso che si è fatto di un’immagine che coinvolge dei bambini, sia per la gravità della mistificazione. Alla fine però conta quello che si è fatto: in questi mesi, la ministra Azzolina e il Governo hanno stanziato 7 miliardi alla scuola, un investimento epocale, mentre in passato il centrodestra di miliardi ne tagliò ben 8,5 di miliardi impedendo così qualsiasi investimento per anni. In quel taglio doloroso e nefasto vanno ricercate le infinite criticità di oggi: tra cui, banchi fatiscenti, soffitti pericolanti, blocco del turnover per il corpo docente, classi affollate.
Crede che quest’episodio, per cui Toti è stato smentito dal dirigente scolastico e dagli stessi genitori dei bambini, inciderà sulle elezioni di domenica?
Sarebbe auspicabile: le bugie hanno sempre le gambe corte. E questo è uno dei tanti episodi in cui viene a galla la propaganda del governatore uscente, una parodia politica che non guarda alla sostanza ma si nutre solo di facili e soprattutto falsi slogan.
Non possiamo nasconderci dietro a un dito, però: i problemi per la nostra scuola restano. Crede che una mano possa arrivare anche dai finanziamenti del Recovery Fund?
La scuola ha dei problemi che si porta avanti da tanto tempo: penso ai molti edifici ancora non adeguati alle normative antisismiche e antincendio, alla precarietà dei docenti ma anche a una certa fatica di questo mondo a innovarsi. I 7 miliardi stanziati da quando al governo c’è la ministra Azzolina sono serviti anche a realizzare miglioramenti sotto questi aspetti. E che per la prima volta si sta investendo seriamente nella digitalizzazione. Adesso quella del Recovery Fund è una partita importantissima per l’istruzione: il futuro del Paese è nelle mani degli studenti di oggi, bisogna dare loro la priorità nell’agenda politica e il Governo sta dimostrando di farlo.
In che maniera potrebbe beneficiare la scuola dai fondi europei? Come potrebbero essere utilizzati?
Credo che si debba partire da un grande piano di edilizia scolastica. In queste settimane la parola “sicurezza” è quasi sempre accostata, comprensibilmente, all’idea di sicurezza sanitaria, ma non dobbiamo dimenticare che fino a qualche tempo fa episodi di crolli o altre situazioni pericolose per i nostri figli erano quasi all’ordine del giorno. E’ un problema che abbiamo ereditato e dobbiamo risolvere il prima possibile. Altri temi che ritengo prioritari sono la lotta alla dispersione scolastica e una maggiore inclusione degli alunni con disabilità. Il nostro obiettivo è una scuola sempre più aperta, che riduca le disuguaglianze e renda i giovani protagonisti.