Un nuovo modello per la Rai e una buona scuola. Sono questi i due punti all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi. O almeno dovrebbero esserlo salvo clamorosi ripensamenti. Perché se sulla riforma della radiotelevisione non sembrano esserci dubbi, sulla scuola il condizionale è d’obbligo dati gli ultimi rinvii decisi dal Governo.
UNA NUOVA TV
Matteo Renzi punta a un modello “spa” per la Rai. Con il tanto decantato motto “fuori i partiti”. Sarà davvero possibile? Speriamo bene. Il piatto dovrebbe riservare una proposta che punta a un consiglio d’amministrazione più snello e meno invasivo. Si dovrebbe puntare a un modello che prevede un capo azienda, visto che il premier ha espresso dubbi sul sistema duale con un consiglio di sorveglianza e uno di gestione. Nel disegno di legge, l’amministratore delegato resta di nomina governativa. Ed è proprio quest’ultimo aspetto a preoccupare perché secondo le opposizioni si verrebbe a creare uno sbilanciamento a favore dell’esecutivo e un depotenziamento della Commissione di Vigilanza. Qualche dubbio lo solleva anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “Più forte è il potere dell’amministratore della Rai, più deve essere forte il controllo parlamentare”. Una cosa è certa sarà il Governo a scegliere il capo azienda. Non è chiaro quale sarà il ruolo del Parlamento se l’intento è quello di liberare l’azienda dai partiti. Una missione quasi impossibile. Siamo sempre nel campo delle ipotesi, visto che nella giornata di ieri gli incontri tra le parti sono stati frenetici, ma si dovrebbe puntare a un cda ridotto a cinque membri e una Commissione di Vigilanza privata del potere di nomina dei consiglieri.
Sembra perdere quota l’ipotesi di un consiglio di sorveglianza che, poi, dovrebbe eleggere il consiglio di gestione. Nelle nomine, sentenze della Consulta alla mano, dovrebbe comunque essere coinvolto il Parlamento. L’obiettivo che trapela dalla vigilanza Rai è che si possa arrivare all’approvazione delle sole linee guida per dare una possibilità di confronto preliminare. L’ideale, per i democratici, sarebbe arrivare a un’intesa con i Cinque Stelle. Il dialogo sarebbe già in fase avanzata.
SUONA LA CAMPANELLA
Se sarà la volta buona per la buona scuola targata Renzi-Giannini staremo a vedere oggi. Sulle assunzioni a partire dal 1 di settembre garantisce il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che assicura non ci saranno rinvii aggiungendo “si comincerà dai vincitori del concorso del 2012. Parlamento permettendo. Il resto è top secret fino al Consiglio dei ministri di oggi. Si susseguono le indiscrezioni. Salterebbe il blocco degli scatti di stipendio dei docenti. Resterebbe, anche se solo in parte, la detrazione fiscale per coloro che manderanno i figli nelle scuole paritarie. Nel disegno dovrebbe esserci anche un investimento nell’autonomia scolastica e una nuova offerta formativa, con gli studenti al centro e puntando anche su nuove materie come il clil e la digitalizzazione.