“L’Eurogruppo ha un appuntamento con la storia che non deve mancare” perché, adesso più che mai, l’Unione europea rischia di implodere. Ecco perché i soliti nein della Merkel ora hanno stancato. È un’analisi molto lucida quella di Mario Furore, giovane europarlamentare del Movimento cinque stelle dalle idee già molto chiare. E Furore, non a caso, non si nasconde dietro un dito: “Questa crisi è una chance di riscatto per l’Europa tutta. Se prevalgono gli egoismi non avrebbe più senso chiamarci Unione”.
Crede che alla nuove riunione di oggi dell’Eurogruppo si risolverà l’impasse?
Sono stati fatti timidi passi in avanti: la proposta francese di un fondo temporaneo per finanziare la ripresa post-coronavirus con bond comuni è un compromesso verso il quale tutti dovrebbero convergere, ma aspettiamo. La strada è piena di ostacoli ma il risultato deve essere la rinascita europea.
Anche nella maggioranza di governo, però, sembra ci siano opinioni divergenti, con un Movimento compatto e un Pd piuttosto diviso all’interno con qualcuno che sembra d’accordo più con la visione della Merkel che di Conte…
I ministri Gualtieri e Amendola stanno giocando una partita non facile, ma la regia è di Conte. Il nostro Presidente del Consiglio è il garante di questa fase e la sua azione politica è un orgoglio per milioni di italiani. Tutto il Movimento è con lui.
Ad oggi, tuttavia, è muro contro muro con la cancelliera tedesca, Angela Merkel.
Mi permetta un’osservazione: dalla Merkel non è arrivata una singola proposta europeista, se non i soliti nein. Purtroppo si è rivelata una buona cancelliera per i tedeschi, ma non un leader europeo all’altezza della situazione.
Nel frattempo la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha risposto a una lettera che gli eurodeputati M5S, proprio su suo impulso avevano scritto. L’impegno garantito dalla von der Leyen cosa comporterà?
L’idea di questa lettera mi è arrivata dopo aver ascoltato dal territorio pugliese il grido di dolore di tantissimi professionisti che non riuscivano a rispettare le scadenze. Ho condiviso questa iniziativa con tutti gli europarlamentari italiani ma solo i miei colleghi del M5S e quattro del Pd l’hanno cofirmata. Grazie alla nostra azione sono state sospese le scadenze del programma Horizon 2020. Questo cambia molto perché concede ai beneficiari più tempo per elaborare domande e progetti. Sono molto soddisfatto che Ursula Von der Leyen abbia accolto questa segnalazione. La sua lettera è l’ennesima dimostrazione che il Movimento 5 Stelle lavora a Bruxelles per i cittadini.
Al di là della von der Leyen, siete soddisfatti di quanto sta facendo la Commissione? Paolo Gentiloni si è fatto portavoce delle istanze italiane, ma ha anche lasciato intendere che forse la strada dei coronabond non è quella maestra….
Abbiamo apprezzato la collaborazione di Gentiloni con il Commissario Breton sul fondo europeo per la rinascita, ma purtroppo è stato smentito dal portavoce della Commissione europea che ha derubricato quella proposta a iniziativa personale.
Sembra quasi che ognuno vada per la sua strada a questo punto…
A Bruxelles ci sono troppi Commissari che pensano ancora di lavorare per le proprie capitali Berlino, L’Aja o Vienna.
È inevitabile, però, che se non si vuole giungere a una rottura insanabile, l’unica soluzione è mediare e giungere a un compromesso. In merito a Mes e coronabond, il Movimento cinque stelle cosa è disposto a cedere ai cosiddetti “falchi”?
Il Mes, come ha dichiarato Conte, è uno strumento inadeguato e anacronistico. Purché si facciano i coronabond siamo aperti ai compromessi, anche Sure, il fondo anti-disoccupazione, in fondo lo è: avremmo preferito trasferimenti e non prestiti. Ma siamo responsabili e, pur riconoscendo svariate criticità, ne abbiamo apprezzato le finalità.
Crede che si giungerà a una soluzione?
L’Italia è stata colpita duramente dalla pandemia, ma domani potrebbe capitare ad altri Stati membri. Gli egoisti di oggi potrebbero essere i bisognosi di domani: in questa ottica conviene a tutti collaborare sempre.