Ma quale Governo delle tasse! “Noi abbiamo abbassato le tasse e impedito che aumentasse l’Iva che avrebbe comportato 600 euro di spese in più a famiglia. Chi dall’opposizione dice che stiamo aumentando le tasse dice una bugia”, taglia corto il capo politico M5S, Luigi Di Maio, ospite ieri a Uno Mattina. “Dico alla Lega che loro c’erano al Governo potevano fare la manovra ma hanno scelto gli interessi di partito – ha aggiunto il ministro degli Esteri -. è comodo dirlo adesso dall’opposizione, se stavano al Governo dovevano fare una legge di bilancio dove dovevano trovare 30 miliardi per la flat tax che non c’erano, non sento più la Lega parlar di flat tax perché sanno bene che questi 30 miliardi non c’erano”.
AL CONTRATTACCO. Certo, stare al Governo non ha mai portato consensi. “Io non ragiono guardando i sondaggi perché mi converrebbe stare all’opposizione – aggiunge Di Maio -. Sono due mesi che il Governo è nato e io sono ministroda 18 mesi. Da gennaio come M5S abbiamo un cronoprogramma; la legge sull’acqua pubblica, sul conflitto d’interesse, la legge sulla sanità che toglie alle regioni la nomina dei dirigenti. Noi vinceremo la sfida di governo se completeremo il programma elettorale perché gli italiani ci hanno votato per fare delle cose”. Ma non c’è solo la l’Esecutivo nazionale tra le priorità del Movimento. “Questa settimana ci saranno delle riunioni importanti”, a cominciare da quelle per stabilire la linea in vista delle prossime regionali.
“Come è sempre stato, dove siamo pronti ci dobbiamo presentare, dove abbiamo delle difficoltà perché magari i gruppi non sono pronti o delle difficoltà sul territorio, non c’è problema a dirlo ai cittadini – spiega, lasciando aperta l’ipotesi di un disimpegno alle prossime elezioni in Emilia Romagna -. Noi siamo nelle istituzioni da sei anni, siamo una forza politica giovane e in alcuni territori possiamo avere delle difficoltà, in altri meno”. Poi, dalla politica interna, il titolare della Farnesina passa a quella estera.
SCENARIO INTERNAZIONALE. “Il muro più grande che esiste oggi è il regolamento di Dublino che impone all’Italia di prendere tutti i migranti che arrivano in Italia – accusa il ministro M5S -. Sto lavorando sui rimpatri ma dobbiamo dirci che chi arriva qui l’asilo lo deve chiedere a livello europeo. Bisogna riformare il diritto d’asilo europeo, è un momento importante dell’Europa che ci ricorda che non abbiamo più i blocchi contrapposti di destra e sinistra ma delle cose da fare”. Quanto all’impegno in Iraq, dove nel fine settimana 5 militari italiani sono rimasti feriti, “la missione è di formazione ai militari del posto che combattono contro l’Isis”, ricorda.
Una missione che incarna “i valori del nostro apparato militare”. Come dimostra il fatto che “in quelle aree siamo uno dei contingenti più apprezzati”, perché “portano non solo competenze e conoscenze ma tanto cuore”. E non finisce qui. “Non era mai capitato che una multinazionale firmasse un contratto di cessione dello stabilimento e poi dopo neanche un anno mandasse la metà dei lavoratori in mezzo alla strada, non è il tema di una singola vertenza – conclude il leader dei Cinque Stelle -. L’Italia deve farsi rispettare e mi dispiace vedere partiti sovranisti come la Lega che dovrebbero combattere con noi le multinazionali e invece stanno dall’altra parte”. Riguardo ad ArcelorMittal, Di Maio è stato categorico: “Bisogna portarli al tavolo non con il tema dello scudo ma col tema che hanno firmato un contratto e lo Stato italiano deve farsi rispettare”.