O lui o qualcun altro. Magari l’ex comandante generale dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, già tirato in ballo per la presidenza della Regione Lazio. Ma non Matteo Salvini, per intenderci. Silvio Berlusconi è ancora in campo. Anche se stavolta, a differenza 1994, il “pericolo” non è quello comunista ma del Movimento 5 Stelle che si fa guidare da “un vecchio comico e da un esperto di comunicazione”, alias Beppe Grillo e Davide Casaleggio.
Ospite di Che tempo che fa, Berlusconi si definisce un candidato “del presente” ma, se la sentenza di Strasburgo non arrivasse o fosse negativa, lancia appunto il nome del generale Gallitelli. “Uno dei migliori vertici del Corpo dei Carabinieri”, dice. Nello stesso giorno in cui Matteo Renzi ha chiuso la Leopolda, Berlusconi è prima salito sul palco di IdeeItalia, la “contro Leopolda” di Forza Italia organizzata a Milano da Paolo Romani e Mariastella Gelmini. “La Leopolda – dice l’ex premier – ha chiamato i giovani, che sono una parte dell’Italia che non vede il futuro e su cui dobbiamo intervenire ma noi abbiamo sentito tutta Italia” ha rivendicato all’inizio di un intervento fiume ha ripetuto le sue proposte, dalla flat tax per famiglie e imprese all’abolizione del bollo sulla prima auto. Perciò l’ipotesi delle larghe intese col Centrosinistra, in caso di uno stallo post elezioni, è “irrealistica”, assicura Berlusconi, rispondendo indirettamente a Salvini che avrebbe voluto sancire un ‘patto anti inciucio’ davanti a un notaio.
“Il centrodestra sta al 38% secondo gli ultimi sondaggi – sottolinea Berlusconi – nel 2013 quando ritornai in campo nel giro di 23 giorni di campagna elettorale aggiunsi 10 punti, ora abbiamo avanti 4 mesi per crescere”. Sia alla “contro Leopolda” sia da Fabio Fazio, Berlusconi si è soffermato anche sul programma. “Un work in progress sul quale c’è già stata una prima approvazione di Fratelli d’Italia e Lega”. Senza dimenticare il fatto che il Centrodestra avrà una “quarta gamba” formata già adesso da “una decina di piccoli partiti”, fra i quali quelli degli ex ministri Gaetano Quagliariello e Gianfranco Rotondi. Nel “suo” governo, il Cavaliere vede 20 ministri, 12 “superprotagonisti” della società civile e 8 politici: tre di FI, tre della Lega e due di FdI. Anche se bisognerà “fare spazio alla quarta componente del futuro centrodestra”.
Da gennaio il leader FI visiterà tutte le venti Regioni italiane. “Tornare è un mio preciso dovere, come lo fu nel ’94, per evitare che il Paese vada in una situazione grave e pericolosa. Lo farò con le forze di chi ha più di 70 anni ma si sente un quarantenne”, ha spiegato Berlusconi dicendosi pronto, nel caso non la faccia la Lega, a candidare il suo “amico” Umberto Bossi.