Stimare oggi l’impatto della crisi tra Israele e Hamas è difficile. Gli effetti sul mercato energetico si stanno vedendo già in questi giorni, ma capire se il conflitto si amplierà e se la situazione per benzina e bollette, di conseguenza, possa peggiorare, è molto complicato.
Sui mercati petroliferi per il momento regna l’incertezza, anche se i rincari sono stati meno elevati del previsto. Più alto l’aumento del gas, dovuto anche ad altri fattori (il presunto sabotaggio di un impianto in Finlandia, per esempio). La certezza è che il conto lo pagheranno, ancora una volta, gli italiani.
Anche perché resta la forte dipendenza dell’Italia sulle fonti di approvvigionamento energetico: circa l’80% del petrolio e del gas che utilizziamo viene dall’estero. Questo si tradurrà in nuovi aumenti di prezzo per i consumatori?
Benzina e bollette, possibili nuovi aumenti: di quanto?
La situazione è in divenire, ma c’è già chi stima i possibili effetti della crisi mediorientale dal punto di vista dei rincari. Secondo il Codacons, per esempio, il costo potrebbe essere di ben 390 milioni di euro al mese solamente per il caro carburante, calcolando un aumento di 10 centesimi di euro al litro per benzina e gasolio: vorrebbe dire 5 euro in più per ogni pieno.
Addirittura c’è chi parla dell’ipotesi di un’impennata per la benzina, fino a raggiungere i 3 euro al litro. In realtà sembra difficile che questo avvenga, ma comunque la grande incertezza attuale derivante dalle tensioni internazionali non può portare a escludere del tutto nessuna ipotesi.
Proprio sui mercati petroliferi, infatti, si registra maggiore incertezza a causa delle tensioni in Medio Oriente. Per il momento, però, non sembrano esserci effetti immediati sugli approvvigionamenti, ma bisognerà attendere gli sviluppi per capire quanto si allargherà il conflitto in quell’area e quali potranno essere le conseguenze anche al di fuori della zona coinvolta oggi nella crisi tra Israele e Hamas.