Non le manda a dire, come consuetudine. “È lunare pensare che il Pd vinca le elezioni” e se perde “mi pare difficile che si possa dare l’incarico a Gentiloni, con tutta la simpatia e il garbo ancora più evidenti rispetto al suo predecessore…”, sentenzia Massimo D’Alema (Liberi e Uguali) intervistato da Radio Capital. L’ex premier ribadisce che in assenza di una maggioranza in Parlamento servirebbe un governo del Presidente: “Le alchimie non mi interessano e per sfuggire loro bisogna seguire la prassi costituzionale corretta. Se il capo dello Stato rileva che non c’è una maggioranza politica – ragiona D’Alema – incarica chi ha il maggior consenso parlamentare e se non c’è, deve individuare una persona al di sopra dello scontro politico. Serve responsabilità”. Comunque, è la sintesi, “questo chiacchiericcio non interessa nessuno. Noi andiamo a cercare i voti”.
Più preoccupato da un governo a guida leghista o berlusconiana? “È una scelta diabolica…” risponde D’Alema. “Non credo però che si tratti di Berlusconi, girano nomi come quello di Tajani. È chiaro che l’estremismo leghista sia più preoccupante”. Detto ciò però l’esponente di LeU sostiene: “Io non credo che il Centrodestra avrà la maggioranza, che superi il 40%. Non capisco perché si sprechi tanto inchiostro…”. A chi, come Matteo Renzi, sostiene che un voto a LeU aiuta Salvini, D’Alema replica senza mezzi termini: “È una sciocchezza” e “se fosse vero nel Mezzogiorno allora non bisognerebbe votare per il Pd, diciamolo, considerando che lo scontro è tra destra e M5s… quindi sarei cauto nel dire queste sciocchezze”. Il Pd “ha reso impossibile il voto utile – ha attaccato ancora D’Alema – non si è voluto il voto disgiunto. Quindi, con il proporzionale è utile votare chi rappresenta le tue idee”
Sull’ipotesi di un confronto in tivvù con Renzi, “il nostro movimento ha un leader che si chiama Pietro Grasso. Renzi si esibisce in un gioco ineducato di definirci ‘il partito di D’Alema’. Io non mi presto a questo gioco, non ho tempo da perdere, sto qui in Salento con le persone vere”. E se non dovesse essere eletto? “La politica non mi lascerebbe – ha risposto D’Alema –. Il Parlamento l’ho già lasciato da tempo e non sarebbe drammatico rifarlo”.
Non è mancato un commento sulle parole pronunciate sabato da Romano Prodi, che ha rimproverato i fuoriusciti dal Partito democratico definendoli come “amici che hanno sbagliato”? “È la stessa cosa che penso di lui – ha detto tranchant D’Alema -. Non si può votare Gentiloni: con questa legge elettorale, che Prodi reputa scandalosa e Gentiloni ha fatto passare con 8 voti di fiducia, non si vota Gentiloni ma Renzi. Se la lista Insieme non supera il 3% il voto va a Renzi, quindi Prodi voterà per Renzi e Casini senza dirlo nemmeno a se stesso” ed esprimendo un voto “non utile né per se né per il paese”. Insomma, la polemica è destinata a continuare.