E vai col Salva-Casa. Un tramezzo spostato o una finestra posizionata diversamente. Sarebbero queste le piccole difformità edilizie che il decreto fortemente voluto da Matteo Salvini, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, permetterebbe di regolarizzare. Un decreto a pochi giorni dalle Europee sa tanto di misura elettorale che può valere milioni di voti. A fornire il numero è lo stesso ministro e vicepremier leghista.
“Spero da lunedì, quando il decreto sarà pubblicato, di vedere – dice Salvini – moltissima gente in comune a pagare: così gli uffici si liberano di 4 milioni di pratiche stimate”. Ecco quattro milioni: tante sono le domande di condono che risultano ancora pendenti. Sebbene il ministro del Carroccio continui a dire che non si tratta di un condono.
Le opposizioni e le associazioni criticano il condono di Salvini
Non la pensano così dalle parti del Pd. “Siamo di fronte a un provvedimento molto ambiguo che può portare a veri e propri abusi. Un decreto apparentemente piccolo piccolo che tuttavia può essere un veicolo per operazioni di condono molto dannose e che soprattutto si configura come una clamorosa occasione sprecata”, dichiara il dem Pierfrancesco Majorino.
“Avremmo bisogno, come proponiamo da tempo, di rifinanziare i fondi a sostegno degli affitti e della morosità incolpevole, un piano straordinario per il recupero delle oltre centomila case popolari vuote e inutilizzate (oltre 19mila di proprietà della sola Lombardia, regione maglia nera) e di una legge sugli affitti brevi. Tutte cose che non esistono”, conclude Majorino.
“Questo è un provvedimento che rispetto a tante persone che hanno rispettato le leggi favorisce ancora una volta i furbi, chi ha fatto un abuso”, attacca Nicola Zingaretti, candidato alle elezioni Europee per il Pd.
Il piano “consentirà la desertificazione abitativa dei centri storici grazie alla norma che prevede la modifica della destinazione d’uso degli immobili nelle zone territoriali omogenee”, avverte Angelo Bonelli. “Gli immobili dei centri storici si trasformeranno definitivamente in residenze turistiche e commerciali”, sottolinea il deputato di Avs.
Dura Legambiente: il decreto legge salva casa “è un provvedimento sbagliato che richiede modifiche profonde perché rischia di essere un condono mascherato”. E detto ancora meglio: “Nel solco della tradizione, dunque, ancora una volta la politica amica degli abusivi fa campagna elettorale con il condono edilizio, anche se mascherato da norma di semplificazione”.
Le sanzioni fiscali diventano light
Altro decreto “acchiappa-voti” approvato sempre ieri è quello che alleggerisce le sanzioni fiscali. Dalla dichiarazione fiscale omessa o infedele ai casi in cui si comunica al fisco meno di quanto accertato, finisce l’era delle maxi-multe fino al 240%: tra le novità al contribuente verrà chiesto non più del 120% dell’ammontare dovuto.
Il nuovo regime, che dovrebbe scattare da settembre, prevede sanzioni amministrative ridotte da un quinto a un terzo. Per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell’Irap oppure la dichiarazione del sostituto d’imposta, la multa sarà del 120%, anziché dal 120 al 240% previsto ora.
Mentre per dichiarazione infedele, si passa da 90-180% al 70%. Le sanzioni tributarie riscosse ogni anno ammontano a circa 2,27 miliardi: il taglio delle multe, che vengono ridotte nel complesso di circa il 10%, si spiegava nella Relazione Tecnica, avrà necessariamente un “effetto negativo” in termini di entrate da sanzioni; ma con multe più proporzionate, e di minore importo, si scommette su una maggiore adesione all’accertamento.
“Il decreto rappresenta un altro step del percorso normativo intrapreso per rendere il nostro fisco più equo e giusto”, commenta il viceministro Maurizio Leo.
“Tra i punti più importanti – continua Leo – ci tengo a sottolineare quello relativo alla proporzionalità delle sanzioni, che ci avvicina ai parametri europei. Ancora una volta agiamo per garantire maggiore certezza del diritto e tutela per i contribuenti. Siamo fiduciosi che queste misure contribuiranno a rafforzare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione finanziaria”.