Due momenti hanno caratterizzato la seduta del consiglio regionale di ieri: la bocciatura della mozione presentata dalle opposizioni sul ‘Fondo per il contrasto dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione’, e l’approvazione del nuovo Piano Cave della Provincia di Brescia, che aveva ricevuto disco verde dalla commissione Ambiente il 23 novembre scorso. Il nuovo Piano prevede l’escavazione di 43 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, a cui si sommano 9,1 milioni di metri cubi derivanti dal recupero di rifiuti inerti, a loro volta ricavati dalle attività di costruzione o demolizione di edifici.
Approvato dal Consiglio regionale della Lombardia il nuovo Piano Cave della Provincia di Brescia
Si tratta del Piano più imponente per volume della Lombardia. Associazioni e partiti di opposizione ne hanno più volte denunciato la sproporzione rispetto alle esigenze del territorio e all’effettivo bisogno di materiali. Non è servito, invece, l’invito di Pierfrancesco Majorino, capogruppo regionale del Pd, a votare insieme, maggioranza e opposizione, la mozione sul ‘Fondo per il contrasto dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione’, come gesto in risposta alle associazioni che si sono ritrovate in piazza nei giorni scorsi.
Prevede l’escavazione di 43 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia
“Avevamo chiesto di sollecitare il Governo a ripristinare il fondo, portato da 25 a 10 milioni di euro, e, a Regione Lombardia, di incrementare le risorse proprie. Non hanno voluto ascoltare noi, ma soprattutto il grido che si è alzato dalle piazze lombarde dove i ragazzi e le ragazze che soffrono di questi disturbi, assieme alle loro famiglie, si sono riuniti solo pochi giorni fa chiedendoci di andare loro incontro”, commenta Majorino, assieme al consigliere Samuele Astuti che è intervenuto durante la discussione.
“Oggi sono migliaia i giovani che soffrono di disturbi alimentari che non riusciamo a prendere in carico perché i servizi non sono sufficienti e non sono in grado di intercettare i problemi”, aveva esordito Astuti in Aula. Per quanto riguarda le risorse, il consigliere dem ha ricordato che in politica “sono gli atti che determinano la via, ma oggi abbiamo solo delle dichiarazioni, da parte del Ministro. E questo è grave perché le risorse, intanto, diminuiscono. Bene l’inversione di tendenza ipotizzata a parole, ma non è sufficiente”.
Il via libera è arrivato nonostante associazioni e opposizione parlino di volumi sproporzionati
“In risposta al fastidio espresso in aula consiliare da parte della maggioranza nei confronti di tutte le associazioni impegnate nella lotta contro i Dca, (Disturbi del Comportamento Alimentare), passate quasi come soggetti privi di autonomia e capacità di intervento indipendente rispetto all’emergenza di cui si fanno portavoce”, i consiglieri di Patto civico Michela Palestra e Luca Paladini “esprimono totale solidarietà e ribadiscono la piena autonomia di azione delle organizzazioni impegnate nella lotta al contrasto dei disturbi alimentari”. “Le dichiarazioni secondo cui le associazioni sarebbero state sobillate dall’opposizione dimostrano un totale disprezzo per la sensibilità e la serietà di una questione più che mai urgente, che coinvolge la salute mentale di numerosi cittadini”, afferma il consigliere Luca Paladini.
“È inaccettabile che, per nascondere la trascuratezza dimostrata rispetto a dati drammatici come quelli legati ai Dca, la maggioranza attacchi e offenda le realtà impegnate sul territorio, quotidianamente alle prese con le mille difficoltà legate all’assenza di strumenti adeguati di assistenza e prevenzione”, continua la presidente del Patto Civico Michela Palestra. “Tra le motivazioni della mancata erogazione dei fondi da parte del ministro Schillaci per il 2024 c’era stata la mancata spesa dei fondi messi a disposizione negli anni precedenti. Riferendo, nello specifico, che per gli anni 2022 e 2023 solo il 3% dei 25 milioni erogati in tutto sono stati utilizzati per lo scopo. Se questo è vero, su una simile voragine di impegno le regioni sono chiamate a rispondere”, spiega Palestra, “Regione Lombardia, e non certo le associazioni ingiustamente attaccate, ha ora la responsabilità di interventi concreti e visibili di prevenzione e assistenza.