Dal Pe di Strasburgo arriva il via libera per mandare armi e munizioni in Ucraina con una spesa di 1 miliardo di euro. Tra i voti favorevoli quelli del Partito Democratico mente il Movimento 5 Stelle ha votato contro.
Dal Pe di Strasburgo 1 miliardo di euro per inviare armi in Ucraina
Dal Parlamento europeo di Strasburgo è arriva il via libera per il piano da 1 miliardo di euro da essere utilizzato per inviare in Ucraina armi e munizioni. Dopo il vertice di Vilnius che ha chiarito a tutto il mondo il sostegno degli Alleati all’Ucraina, dall’Europa arriva un altro messaggio forte che sancisce l’appoggio a Kiev e al suo esercito contro la Russia.
“Il voto di oggi segna un altro passo avanti per la sicurezza e la difesa dell’Europa e mostra il nostro fermo sostegno all’Ucraina di fronte alla continua aggressione russa. Abbiamo raggiunto l’obiettivo più pressante presente nella legge: garantire la fornitura di ulteriori munizioni a Kiev. È una testimonianza della solidarietà dell’Europa ed è essenziale per la nostra sicurezza collettiva”, ha dichiarato il popolare rumeno Cristian Bușoi, relatore del testo. “L’attuale produzione del settore della difesa dell’Unione europea è concepita per il tempo di pace. Ammettiamolo: siamo in guerra; siamo in guerra in Europa”, ha scritto il gruppo del Ppe su Twitter nel salutare l’approvazione del testo.
Il Pd favorevole e i 5 Stelle contrari
Il Pd ha votato favorevolmente al piano del Parlamento europeo. Scelta che era già stata anticipata: “L’aiuto anche militare all’Ucraina deve restare un valore non negoziabile, chiunque sia il segretario del Pd. Non si può fare carta straccia del diritto internazionale. E la segretaria Elly Schlein ha chiarito più di una volta che la linea del Pd su questo importantissimo punto non è cambiata e non cambierà”, secondo l’europarlamentare del Pd Elisabetta Gualmini.
Tra i contrari i deputati del Movimento Cinque Stelle, con l’eccezione di Fabio Massimo Castaldo che si è astenuto. così come i Verdi (ex M5s) Rosa D’Amato e Piernicola Pedicini. Astenuti anche Sergio Berlato di Fratelli d’Italia e altri due ex M5s, l’indipendente Dino Giarrusso e il verde Ignazio Corrao.