di Mimmo Mastrangelo
Quinto dei dieci figli di un custode di una scuola della periferia degradata di Napoli, Gaetano Di Vaio oggi ha quarantacinque anni, un’infanzia tra il collegio e la strada e una lunga parentesi di spaccio e tossicodipendenza. Dal 2005 è titolare della casa di produzione cinematografica Factory Figli del Bronx. E grazie al suo lavoro di produttore ha avuto l’esistenza riscattata. A Riccardo Iacona, in una puntata di “Presa diretta”, raccontò che la sua vita è stata salvata in extremis, paradossalmente, proprio in quel posto orribile di violenza e disumanità che è il carcere napoletano di Poggioreale. Fu un suo compagno di cella di Salerno (finito dentro da innocente) a spingerlo a girare le spalle al burrascoso passato, trasmettendogli l’amore per la scrittura, la lettura, il cinema. Con la sua casa cinematografica, oltre ad avere girato lui stesso il documentario “Il loro Natale”, sulla dolorosa solitudine dei parenti dei detenuti di Poggioreale, ha prodotto una fila di film che hanno riscosso notevoli consensi anche all’estero, da “Sotto la stessa luna“ (2005) di Carlo Luglio, a “Napoli, Napoli, Napoli” (2007) di Abel Ferrara fino all’opera prima di Guido Lombardi “Là bas” (2011), un amaro dramma di formazione alla criminalità negli ambienti extracomunitari di Castelvolturno. Di recente Di Vaio e Guido Lombardi hanno scritto insieme “Non mi avrete mai”, un romanzo uscito da Einaudi per i tipi Stile Libero dalla scrittura corrosiva e asfittica, costruito sui ricordi dello stesso produttore napoletano. Mentre al prossimo Festival di Roma (8-17 novembre) il sodalizio Di Vaio-Lombardi presenterà “Take five”, dove il produttore si ritroverà a vestire i panni di uno dei protagonisti, a fianco ad altri attori tutti rigorosamente napoletani come Peppe Lanzetta, Salvatore Striano (ex-camorrista che ha risarcito il passato con cinema e teatro), Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco, Alan De Luca. Con “Take five”, che sarà in concorso nella kermesse romana, Lombardi porta sullo schermo un gangster-movie omaggio a “Le iene” di Tarantino, “Operazione San Gennaro” di Dino Risi e “I soliti ignoti” di Mario Monicelli. Una pellicola di genere con situazioni divertimenti miscelate a fatti drammatici realmente accaduti nel Bronx napoletano. La trama è quella di una banda di cinque rapinatori che decide di sferrare il classico “colpo della vita” progettando di arrivare alla cassaforte di un istituto bancario attraverso le fognature. Il film doveva essere girato inizialmente da Abel Ferrara, ma Lombardi si è talmente innamorato del soggetto scritto insieme che ha voluto per forza mettersi lui dietro la macchina presa.