La ministra – pardon, il ministro – del Turismo Daniela Santanchè non ha dubbi: il governo Meloni sta collezionando successi su successi. Lo dicono, chiosa la meloniana, i numeri, i dati, le statistiche. E così traguardi importanti sarebbero stati siglati sia sull’occupazione tout-court che su quella che più interessa alla ministra, ovvero l’occupazione relativa al settore del turismo. Il tutto, manco a dirlo, sarebbe stato sbandierato dalla Santanché sui social.
“Il Governo Meloni ha ridato slancio al mercato del lavoro, favorendo le assunzioni, con un tasso di occupazione che non ha precedenti in Italia. Andiamo avanti, con determinazione e ottimismo”, scrive la ministra su Twitter con tanto di hashatag #ItaliaVincente. Il post è riferito ai dati dell’occupazione di giugno ed effettivamente c’è stato un boom di occupati, ma parliamo di numeri bassi e che comunque devono essere contestualizzati. Parliamo, infatti, di uno 0,3%, +82mila unità rispetto a quello precedente, a quota 23 milioni 590mila. Si tratta di miglioramenti impercettibili ma che bastano a far ripartire la gran cassa della propaganda del governo Meloni, zittita solo per 24 ore.
Le mezze verità della ministra
Già, perché prima di questi dati nessuno dall’esecutivo aveva osato più di tanto commentare i dati non proprio lusinghieri relativi al Pil che davano segno meno. Solo poche settimane, infatti, è emerso che se il Pil era cresciuto dello 0,6% nel primo trimestre, nel periodo aprile-giugno ha mostrato una contrazione, scivolando in negativo con un -0,3% nei dati flash dell’Istat. Come detto, però, questa non è l’unica mezza verità raccontata tramite il lunguaggio sintetico e poco approfondito dei social da Santanché e sodali.
Poche ore prima la ministra del Turismo aveva pubblicato un altro post sempre su Twitter: “Il fatto che oltre 100mila donne abbiano trovato un’occupazione nel turismo secondo i dati della Fondazione studi consulenti del lavoro mi riempie di orgoglio. Un’ulteriore conferma di come il settore turistico sia davvero un’opportunità per far crescere l’Italia”. E a corredo una foto della ministra col titolo a caratteri cubitali: “Lavoro, Santanchè: il turismo fa crescere l’occupazione femminile”.
Sarà vero? Ni. Anche in questo caso. Se è vero che i dati della Fondazione studi dei consulenti del lavoro sottolineano un aumento degli occupati, nello stesso report si specifica che non cresce la qualità dei profili. Su 100 occupati, infatti, solo il 17,1% rientra tra le professionalità ad alta qualificazione, come manager, direttori, imprenditori e specialisti. La maggioranza (73,9%), invece, presenta una media qualificazione (addetti alle vendite, ai servizi, al marketing), mentre le figure a bassa qualificazione (addetti pulizie, magazzinieri, fattorini) sono il 10% circa. Nell’ultimo anno, in particolare, la crescita occupazionale ha riguardato soprattutto i livelli professionali intermedi (+17,8%), a scapito di quelli elevati (-4,3%) e bassi (-7,5%).
Santanchè e il flop del turismo
E non è finita qui. Perché al di là di questi numeri ce ne sono anche altri su cui, a quanto pare, il governo non vuole più di tanto soffermarsi. Nella prima – vera – estate post-pandemica gli italiani non scelgono l’Italia per le loro vacanze. Insomma, un record – vero – c’è e non è positivo. Gli italiani che tra giugno e agosto hanno deciso di andare all’estero, infatti, sono aumentati del 21%. Mentre tra chi ha scelto di rimanere dentro i confini si registra una flessione del 2%. Lo rivela un’indagine di Assoviaggi Confesercenti, realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze su un campione di 581 Agenzie e Tour Operator. Al di là del periodo ferragostano che, come noto, è da sempre “rosso” per il turismo nostrano, a bocciare il governo, se così si può dire, ci hanno pensato i vacanzieri nostrani.