Da bentornata Silvia a una legge contro tutte le Silvia d’Italia è un attimo. Giusto il tempo di mettere insieme 19 senatori, buttare giù il testo di una norma composta da un solo articolo, utile per la propaganda spicciola, e l’operazione è compiuta. Con la speranza magari di poter recuperare in tal modo un po’ di terreno a destra, senza le sparate scomposte, sui social o nelle piazze, tipiche della Lega di Matteo Salvini e di FdI di Giorgia Meloni. Ecco dunque il disegno di legge azzurro, presentato da 19 senatori appunto di Forza Italia e relativo alle “disposizioni per i cittadini italiani che si recano in Paesi ritenuti ad alto rischio e non sicuri”. Quando a Palazzo Chigi c’era il Cav, come sempre accade l’intelligence veniva mobilitata cercando di salvare gli italiani rapiti all’estero. E, riscatto o meno per ottenere la liberazione dei connazionali, Silvio Berlusconi era il primo a recarsi in aeroporto ad accogliere le vittime che venivano riportate in patria.
Quando l’ha fatto Giuseppe Conte con Silvia Romano (nella foto) è esploso il caso. Tra chi ha accusato la giovane milanese di essere un’ingrata essendosi convertita all’Islam e chi iniziava a fare i conti su quanto sarebbe costato l’ipotetico riscatto, fino al leghista che in aula ha indicato la cooperante come una neoterrorista, i sovranisti hanno rispolverato spot vecchi e nuovi. Tanto che, partita una vera e propria campagna d’odio, la polizia ha dovuto iniziare a vigilare attorno all’abitazione della vittima, per evitare che qualcuno potesse farle del male. Il Cav aveva scelto una linea diversa. “Bentornata Silvia! La tua liberazione è una notizia splendida! Esprimiamo profonda gratitudine a tutti gli apparati dello Stato che si sono occupati della vicenda, in particolare all’Aise”, aveva subito detto il leader di FI.
L’INIZIATIVA. Ecco però che tra le truppe azzurre qualcuno deve aver pensato che un caso come quello di Silvia Romano non poteva essere lasciato solo a Lega e FdI. Meglio fare qualcosa e provare a recuperare qualche voto a destra. Il senatore Andrea Cangini, insieme a 18 colleghi, tra cui la cattolicissima Paola Binetti e il plurindagato Luigi Cesaro, detto Giggino ‘a purpetta, hanno così presentato al Senato un disegno di legge sparando sulle tante Silvia d’Italia. Per loro, con buona pace della solidarietà e della stessa libertà personale, dopo che il premier durante l’emergenza è stato additato come un dittatore, è necessario “che lo Stato dissuada con più determinazione i cittadini italiani dal recarsi in Paesi, o territori, considerati ad alto rischio e non sicuri a motivo della presenza di gruppi terroristici o radicali, che utilizzano il rapimento e il pagamento di un riscatto quale fonte di finanziamento”.
Con tanto di obbligo per Ong e Onlus di comunicare al ministro degli esteri il personale con cittadinanza italiana impiegato in Paesi considerati ad alto rischio. Infine il capolavoro. Per chi dovesse ignorare tali indicazioni, una volta che venisse approvata una simile legge, “in caso di intervento dello Stato, oneri di spesa a carico delle organizzazioni, delle associazioni di cooperazione e del singolo viaggiatore che ha deciso di ignorare l’avviso di non recarsi o di sostare in uno dei Paesi, o dei suoi territori, individuati nell’elenco”. A partire da quelli “sostenuti dallo Stato per la messa in sicurezza e il rimpatrio” del rapito. Saremmo il primo Paese con i servizi segreti che emettono fattura verso qualche Ong per farsi pagare il riscatto versato.