Dai magistrati al Salva-Milano, Salvini twitta su tutto, ma non sul disastro nei trasporti

Sui social di Salvini ieri c'era di tutto. Silenzio invece sul blackout dei voli di domenica e lo sciopero generale del Tpl dell'8 novembre

Dai magistrati al Salva-Milano, Salvini twitta su tutto, ma non sul disastro nei trasporti

Migranti, Albania, magistrati da cacciare perché non fanno il loro lavoro, riforme della giustizia, Stellantis e norma ‘Salva-Milano. Ieri sui social del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, si poteva trovare di tutto.

Silenzio di Salvini sul blackout nei cieli

Da vero influencer, il “Capitano” ha twittato la qualunque, tranne sulle materie di sua diretta competenza, come i trasporti. Non una parola infatti sul blackout del traffico aereo che domenica, fino a tarda notte, ha paralizzato i cieli del nord Italia a causa del cedimento della rete radar. Centinaia i voli in ritardo, cancellati, riprogrammati. Disagi e danni per milioni. Un silenzio più che comprensibile, quello del ministro, visto che la versione dell’operaio maldestro che aveva piantato un chiodo nel posto sbagliato se l’era già giocata nel caso della paralisi ferroviaria… Quindi meglio tacere e parlare di altro.

Non una parola sul prossimo sciopero generale del trasporto locale

Zero commenti del Capitano anche sullo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale, indetto da tutti i sindacati (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Cub Trasporti, Sgb, Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas Faisa-Cisal, Ugl-Fna) per venerdì 8 novembre. E, ironia della sorte, annunciato proprio dal sito del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Uno sciopero che oltretutto non avrà fasce di garanzie, indetto per il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri internavigatori (Mobilità Tpl) scaduto il 31 dicembre 2023 dopo l’interruzione della trattativa il 30 maggio 2024.

Santillo: “Datevi un vero ministro dei Trasporti…”

Come dare torto quindi al vice-capogruppo alla Camera dei Cinquestelle, Agostino Santillo, che ieri ha commentato: “Che si parli di aria, mare, ferro o asfalto, con questo governo il livello dei trasporti in Italia è tracollato. Meloni abbia pietà degli italiani e ci dia un ministro dei Trasporti vero. Se insistiamo ancora con l’influencer a Porta Pia nel 2027 rischiamo di ritrovarci a girare in calesse”…

L’euforia per il ponte

In realtà, in serata, Salvini ha commentato, attraverso i suoi uffici del Ministero, un argomento di sua pertinenza: l’amato ponte sullo Stretto. “Il ministro Matteo Salvini esprime ‘grande soddisfazione’ per l’accordo raggiunto tra la società Stretto di Messina e la Commissione europea che consentirà la progettazione del collegamento tra Calabria e Sicilia con un contributo di circa 25 milioni di euro da parte dell’Europa. Per il Mit, ‘è la conferma della serietà del progetto e dell’interesse sovranazionale di un’opera strategica, nonostante gli ultrà dei ‘No al progresso’ che fanno il male dell’Italia’, fanno sapere fonti del Ministero”…

In realtà si tratta di una goccia nel mare magnum delle spese (pubbliche) previste per l’infrastruttura: il finanziamento copre infatti “il 50% dei costi di progettazione esecutiva dell’opera, per la parte imputabile all’infrastruttura ferroviaria”. Si parla di 25 milioni a fronte di un costo preventivato dallo stesso Mit di 15 miliardi di euro!

Il colpo di spugna sulle inchieste del Salva-Milano

Inoltre Salvini, sempre ieri, ha trovato anche il tempo di disquisire sul colpo di spugna sulle inchieste aperte dalla Procura di Milano sui grattacieli fantasma, il decreto Salva-Milano. “L’obiettivo è tutelare la casa dei milanesi. Quindi con tutto il rispetto per le inchieste della magistratura, non possono esserci migliaia di famiglie milanesi che hanno pagato per un appartamento, che aspettano un appartamento o che addirittura sono già all’interno di un appartamento sotto sequestro”, ha proclamato Salvini.

“Stiamo con tutti i partiti, non è un’iniziativa di Salvini o della Lega, con tutti i partiti stiamo lavorando a una norma che permetta a queste famiglie di vivere tranquillamente in casa loro a Milano e per il futuro di regole certe”, ha aggiunto.

E su questo ha ragione: l’iniziativa di trasformare da abusive (secondo sette giudici) a regolari quelle torri sorte senza che i costruttori presentassero i dovuti piani urbanistici e versassero oltre un miliardo di oneri alle casse comunali, non è un’iniziativa del Carroccio.

È un condono chiesto in primis dal sindaco Beppe Sala. Un’operazione politica curiosa: una giunta di centrosinistra che chiede alla maggioranza di destra di far passare un condono destinato a chiudere le inchieste della magistratura. Un testo di legge sul quale, probabilmente, il Pd si asterrà (facendo finta di non sapere). Così il provvedimento avrà il merito di essere il primo condono passato grazie anche al centrosinistra, per fare un favore agli immobiliaristi. E già si attende il prossimo diluvio di Tweet del Capitano.