“Il dado è tratto”. Dopo undici mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina, l’Occidente aumenta ancor di più il suo impegno a sostegno di Volodymyr Zelensky con la Germania che, dopo giorni di tentennamenti, ha dato il via libera all’invio, da parte di Paesi terzi, dei suoi famigerati carri armati Leopard 2.
La notizia era nell’aria già da ieri mattina quando il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, aveva avvisato “i Paesi partner” dell’Alleanza atlantica che “hanno già i tank Leopard che possono essere trasferiti” e quindi che “possono già addestrare i militari ucraini” al loro utilizzo in battaglia. “Stiamo combattendo una guerra contro la Russia, non gli uni contro gli altri” ha spiegato ieri la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, nel suo intervento davanti all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
Qui la stessa ha ammesso che “sì, dobbiamo fare di più per difendere l’Ucraina, sì, dobbiamo fare di più anche sui carri armati”. Dichiarazioni che la Polonia ha subito preso al balzo chiedendo ufficialmente al cancelliere Olaf Scholz di poter inviare i Leopard a disposizione di Varsavia, ottenendo lo scontato via libera, e di pari passo avanzando una richiesta ufficiale all’Ue per ottenere un risarcimento per il loro costo.
Ma le novità per Kiev non finiscono qui. Dall’amministrazione di Joe Biden, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, stanno valutando l’invio dei carri armati di fabbricazione statunitense, i famigerati Abrams, e la discussione sarebbe già vicina a una svolta tanto che il quotidiano sostiene che il via libera arriverà già questa settimana.
Mosca minaccia Berlino per l’invio dei Leopard
Chiaramente la decisione di Stati Uniti e gran parte dell’Unione europea di fornire l’Ucraina di carri armati di ultimissima generazione sta irritando il Cremlino. E come da copione dall’entourage di Vladimir Putin piovono le consuete minacce che questa volta puntano il dito soprattutto contro la Germania: “Le relazioni sono già a un punto piuttosto basso. E non c’è alcun dialogo sostanziale con la Germania e con gli altri Paesi dell’Unione europea e dell’Alleanza Nord Atlantica”.
“Ma, naturalmente, tali forniture non sono di buon auspicio per il futuro delle relazioni. Sicuramente lasceranno una traccia inevitabile per il futuro di queste relazioni” ha concluso il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, preannunciando una dura reazione da parte delle forze di Mosca.