Quel furbacchione di Bruno Vespa ha deciso di regalarci un colpo d’occhio che conferma come in Italia siano gli uomini a decidere sui corpi delle donne invitando nella sua trasmissione a Porta a Porta ben sette uomini (7!) e zero donne (0!) per discutere di aborto. I maschietti presenti (invitati probabilmente per le loro considerevoli esperienze con il proprio utero) hanno amabilmente discusso dei recenti attacchi alla legge 194 da parte della maggioranza di governo.
La redazione di Porta a Porta ha spiegato di aver invitato tre donne del Pd (sostituite poi dal deputato Zan per loro indisponibilità) e una direttrice di giornale anch’essa indisponibile (leggi articolo a pagina 5). Ma che ne è stato dei protocolli circa il “No women no panel”, che impongono la presenza femminile nei parterre televisivi, che la presidente della Rai Marinella Soldi (che incidentalmente è anche una donna e che ieri ha richiamato Vespa con una lettera) ha firmato più volte? Le donne che non si occupano di donne e pretendono di rappresentarle semplicemente con il loro genere senza disturbarsi a proteggerne i diritti sono l’emblema di questo governo.
Giorgia Meloni è l’esempio della donna più maschilista che potesse capitare. A differenza di altre non è una donna eterodiretta da uomini messa lì per evitare problemi: è una donna eterodiretta dalla proiezione del maschio che avrebbe voluto essere. Inevitabile che un governo guidato da una donna maschilista sdogani maschi (intesi naturalmente come classe dirigente) a discutere di temi che non conoscono. A pensarci bene forse ci mancava un bel cardinale per completare il quadretto.