Ci siamo. Domenica decine di migliaia di cittadini, dopo essersi già recati alle urne due settimane fa, torneranno ad esprimere la loro preferenza per il candidato sindaco. Ma questa volta non ci saranno liste chilometriche, ma solo due nomi: siamo al ballottaggio. Da Parma a Lucca fino a Catanzaro e Verona, il voto però avrà evidentemente anche delle ripercussioni nazionali, specie ora che gli equilibri interni alla maggioranza e al Parlamento sono cambiati.
Domani il ballottaggio nei Comuni. Da Parma a Lucca fino a Catanzaro e Verona
Senza dimenticare che ci sono città che potrebbero passare ad amministrazioni di colore diverso rispetto a decenni di governo monocolore. Insomma, le partite non solo sono aperte ma anche molto interessanti e, per così dire, storiche in alcuni casi. Vediamo la situazione nei 13 comuni capoluogo che andranno al ballottaggio.
Verona
È senza ombra di dubbio la sfida più attesa. In molti si sarebbero aspettati un’alleanza tra Flavio Tosi e Federico Sboarina, ma alla fine il sindaco uscente ha declinato l’offerta dell’ex leghista. Cosa che potrebbe portare il centrosinistra a un risultato storico. Al primo turno Damiano Tommasi ha ottenuto il 39,7%. Il centrodestra si è presentato diviso: il sindaco uscente Federico Sboarina ha preso il 32,7% e quindi va al ballottaggio.
Si presenta con l’appoggio di Lega e Fratelli d’Italia. Invece Flavio Tosi, a sua volta sindaco di Verona in passato, ha ottenuto il 23,8%, arrivando terzo e quindi fuori dal ballottaggio. Eppure subito dopo l’esito del primo turno, Tosi ha detto che avrebbe valutato “prima di decidere il da farsi”. L’ex sindaco ed ex leghista ha escluso qualsiasi tipo di sostegno a Tommasi e il 15 giugno ha aderito a Forza Italia (perdendo così l’appoggio di Italia Viva).
Ma nei giorni seguenti Sboarina ha rifiutato l’apparentamento. Ad oggi né Tommasi né Sboarina hanno ufficializzato apparentamenti. A rendere il clima ancora più teso la posizione del vescovo della città scaligera Giuseppe Zenti, che ha detto ai fedeli in una lettera: “Non votate chi sostiene l’ideologia gender”. Un’invasione di campo che ha lasciato in tanti perplessi.
Parma
Erano dieci i candidati al primo turno delle elezioni nella città ducale. Michele Guerra, scelto dal sindaco uscente Federico Pizzarotti per ricoprire la carica di assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili, ha ottenuto il 44,18% delle preferenze, doppiando il suo sfidante di centrodestra, Pietro Vignali, sostenuto però soltanto da Lega e Forza Italia. Entrambi gli schieramenti hanno già avuto importanti endorsement che potranno influire sul risultato. Da un lato il partito di Giorgia Meloni ha dichiarato che appoggerà convintamente Vignali. Dall’altro invece le liste Azione e Civiltà Parmigiana che sostenevano il civico Dario Costi, hanno dichiarato che non voteranno Vignali.
Como
Anche a Como la sfida non è facile: da una parte c’è Barbara Minghetti, esponente del centrosinistra, che alla prima tornata ha ottenuto 12.173 voti pari al 39,4%. Il secondo candidato ala ballottaggio è Alessandro Rapinese, che con l’omonima lista civica al primo turno ha ottenuto 8.443 voti pari al 27,32% dei consensi. Esclusa dalla competizione elettorale la lista “il Mugello” del centrodestra, la coalizione che ha governato negli ultimi cinque anni. E che tuttavia, lamentando irregolarità, ha già presentato ricorso.
Alessandria
In Piemonte andranno al ballottaggio due capoluoghi di provincia, Alessandria e Cuneo, oltre ai Comuni di Chivasso, Savigliano, Acqui Terme e Omegna. Ma è su Alessandria, dove il centrosinistra si è presentato con una coalizione allargata ai 5 Stelle al primo turno, e andrà al secondo in alleanza anche con Azione, che tutti i riflettori sono puntati. A sfidarsi il sindaco uscente di centrodestra Gianfranco Cuttica di Revigliasco, esponente della Lega, arriva con il 40% contro il 42% dello sfidante di centrosinistra Giorgio Abonante, esponente Pd. Anche in questo caso la vittoria del centrosinistra rappresenterebbe un cambio di passo importante. Non a caso in questi giorni si sono alternati in città tutti i leader nazionali.
Cuneo
Musica decisamente diversa a Cuneo, dove il risultato appare scontato: in una città dove il Pd è il primo partito, l’ex senatrice Dem Patrizia Manassero – erede del sindaco uscente Federico Borgna giunto alla scadenza del secondo mandato – arriva al ballottaggio forte del 46,95% incassato al primo turno contro il 19,84% dell’imprenditore candidato dal centrodestra Franco Civallero.
Lucca
È probabilmente la sfida più attesa tra i 13 comuni capoluogo. Soprattutto per quello che è accaduto nei 15 giorni post primo turno. Francesco Raspini – già funzionario della Polizia di Stato e assessore con deleghe alla sicurezza – al primo turno ha ottenuto il 42,65% dei voti (15.244 in tutto). È appoggiato da una coalizione di centrosinistra. A sfidarlo Mario Pardini, imprenditore e due volte direttore del festival di fumetti Lucca Comics, che ha portato a casa al primo turno il 34,35% dei voti (12.278) con una coalizione di centrodestra.
Ma ecco il punto: Pardini si presenterà al secondo appuntamento alle urne dopo aver incassato l’ok all’apparentamento dell’ex leader di Casapound a Lucca, Fabio Barsanti. Un apparentamento che ha causato molti malumori, fra cui quello di Elio Vito che in segno di protesta ha lasciato Forza Italia e ha rassegnato le dimissioni da deputato. Poi Andrea Colombini, al primo turno appoggiato da liste civiche di cui una anti Green pass, ha annunciato che “i suoi elettori voteranno convintamente Pardini”.
Non solo: in favore del candidato di centrodestra sono arrivate anche le parole del direttore d’orchestra Alberto Veronesi che al primo turno si è presentato con il sostegno delle liste di Azione, +Europa e Italia Viva, e di Rinascimento di Vittorio Sgarbi. Un’iniziativa da cui, a strettissimo giro, hanno preso le distanze gli esponenti locali di Azione, +Europa ed Italia Viva. Scatenando liti furibonde con lo stesso Carlo Calenda.
Monza
Dario Allevi è il primo cittadino uscente ed è sostenuto da una coalizione di centrodestra; Paolo Pilotto invece ha l’appoggio di forze del centrosinistra. Nel primo turno Allevi ha conquistato il 47,12% delle preferenze, mentre Pilotto il 40,08%. In vista del ballottaggio, il terzo classificato Paolo Piffer (lista Civicamente) – che ha raccolto il 5,78% dei voti – ha annunciato il suo apparentamento con Allevi.
Piacenza
Al primo turno erano sei i candidati alla guida di Palazzo Mercanti. La sindaca uscente Patrizia Barbieri (centrodestra ha ottenuto il 37,72% dei voti. Va al ballottaggio con la consigliera regionale Katia Tarasconi, appoggiata dal centrosinistra, che è arrivata prima col 39,93% dei voti. Si è fermato al 10,70% Stefano Cugini, sostenuto da MoVimento Cinque Stelle, Alternativa per Piacenza, Europa verde e Sinistra. Non a caso il centrosinistra spera che Tarasconi possa contare anche sui voti andati al primo giro a Cugini, ma non sono stati formalizzati apparentamenti.
Frosinone
A Frosinone Mauro Vicano, già candidato di Azione con cui ha ottenuto il 4,56% appoggerà al ballottaggio Riccardo Mastrangeli, candidato del centrodestra che al primo turno ha ottenuto il 49,26% mentre il candidato del centrosinistra, Domenico Marzi ha raggiunto il 39,13%. Una scelta quella di Azione, criticata dal responsabile Regioni del Pd, Francesco Boccia: “Ma Azione sta con Lega e FdI?”.
Viterbo
L’unico capoluogo dove al primo turno ha ottenuto più voti un candidato di una lista civica è Viterbo. Qui il nome più votato è stato quello di Chiara Frontini (32,82%), che andrà al secondo turno con Alessandra Troncarelli, centrosinistra (28,30%). Apparentamenti ufficiali non ce ne sono, ma diversi candidati hanno espresso preferenze trasversali per le due donne al ballottaggio. La sfida è aperta.
Barletta
Per Barletta la scelta sarà tra Cosimo Damiano Cannito (centrodestra; 42,27%) e Santa Scommegna (centrosinistra; 36,63%). Determinante potrebbe essere l’appoggio alla Scommegna di Carmine Doronzo, a capo della “Coalizione dell’Alternativa”: l’ormai ex candidato sindaco al primo turno ha ottenuto quasi il 20 per cento dei consensi con il sostegno di Sinistra Italiana, Italia Viva e alcune civiche. E ora ha siglato un accordo con la coalizione guidata dal Partito democratico.
Catanzaro
Il centrodestra è in vantaggio anche a Catanzaro, dove domenica 12 giugno l’ex dem Valerio Donato – lista civica ma sostenuta dal centrodestra – con il 44,01% dei voti ha chiuso sopra Nicola Fiorita, appoggiato dagli avversari di centrosinistra (31,71%). Una distanza netta che tuttavia potrebbe accorciarsi dopo l’endorsement di Antonello Talarico, candidato sindaco di Catanzaro che sostenuto da liste di ispirazione di centrodestra e Noi con L’Italia ha ottenuto domenica oltre il 13%: “Sosterrò Nicola Fiorita e rimango nel centrodestra anche se non più in Forza Italia”.
Gorizia
A Gorizia la partita si gioca tra Rodolfo Ziberna (centrodestra; 41,88% al primo turno) e Laura Fasiolo (centrosinistra; 30,67%). Non ha costruito una lista a suo sostegno, ma Sinistra Italiana Fvg, a pochi giorni ormai dal ballottaggio ha reso pubblica la sua scelta di campo che va, di logica, nella direzione di Laura Fasiolo. Ad attaccare è però proprio Ziberna che parla di “inciuci” nel centrosinistra. Vedremo se saprà difendersi.