di Stefano Sansonetti
Ha saputo resistere a un po’ tutte le stagioni. In pochi, per esempio, ricordano che il suo primo mentore è stato Massimo Varazzani, all’epoca amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti di stretta osservanza tremontiana. E’ lì che comincia a consolidarsi il percorso di Cristiano Cannarsa, ingegnere meccanico, individuato dal ministero del Tesoro come nuovo amministratore delegato della Consip. Sarà lui, quindi, l’uomo incaricato di ristabilire un po’ di tranquillità nella Centrale acquisti del Tesoro succedendo all’ex Ad, il toscano (e un tempo renziano) Luigi Marroni. Sulla scelta, però, già si appunta qualche interrogativo. Cannarsa, infatti, oggi è amministratore delegato della Sogei, la società informatica di via XX Settembre che gestisce l’anagrafe tributaria. In quest’ultima società il manager ricopre l’incarico di Ad dal lontano agosto 2011, proprio quando l’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti lo chiamò per mettere un po’ di ordine in un gruppo che non se la stava passando bene. Da allora, con i successivi Governi Monti e Letta, e i relativi ministri dell’economia Vittorio Grilli e Fabrizio Saccomanni, è sempre riuscito a farsi confermare Ad. L’ultima volta è accaduto nel giugno del 2015, quando l’Esecutivo Renzi, con Pier Carlo Padoan al timone del ministero di via XX Settembre, lo ha nominato presidente e appunto Ad della Sogei. Il suo mandato, quindi, scadrebbe l’anno prossimo.
IL DUBBIO. Ecco quindi il primo interrogativo: con l’ingresso in Consip, chi verrà nominato al vertice della società informatica al posto di Cannarsa? Insomma, per coprire una casella se ne è scoperta un’altra. Ad ogni buon conto l’approdo nella Centrale acquisti del Tesoro è per lui un impegno sfidante. Dopo l’estrazione tremontiana, e il galleggiamento con Grilli e Saccomanni, Cannarsa è stato abile a costruirsi ponti con il giglio magico. Una tessitura che lo ha visto avvicinarsi molto a Riccardo Luna, ex “digital champion” nominato all’epoca da Renzi. Il tutto, però, senza mai essere vistoso e cercando sempre di mantenere un profilo tecnico (è un ingegnere meccanico). Certo, in questi anni non sono mancate frequentazioni degli ambienti che contano, favorite anche dalla moglie, Catia Tomasetti, super avvocato dello studio Bonelli Erede e fino a qualche mese fa presidente di Acea. In Consip, in qualità di presidente, arriva poi Roberto Basso, dirigente del settore comunicazione del Mef, ma fondamentalmente portavoce del ministro Padoan. Anche qui qualche interrogativo non può non nascere, visto che Basso è un comunicatore che non sembra avere specifiche competenze in tema di appalti centralizzati. Forse il suo coinvolgimento è da interpretare come volontà da parte del Tesoro di imprimere una svolta comunicativa in una società che negli ultimi mesi ne ha viste di tutti i colori. Ma certo non è comune vedere un ministro che nomina il suo portavoce presidente di una controllata strategica. Anche perché il ruolo di presidente è comunque importante e viene da chiedersi se Basso intenderà interpretarlo mantenendo l’incarico di portavoce. A lui, in ogni caso, va il ruolo prima occupato da Luigi Ferrara, super boiardo di Stato e oggi ancora capo del personale del Tesoro, anche lui messo alle strette dell’inchiesta Consip (dove è indagato in uno dei tenti filoni).