Prima era Roma, ora è l’Italia, ma per Carlo Calenda, quando si scende in campo, tutto deve essere “sul serio”, almeno per quanto riguarda gli slogan. Per la campagna elettorale in vista del 25 settembre è tornato a girare per la Capitale per una passeggiata/passerella a favore di telecamere durante la quale non ha nascosto un certo disappunto per le condizioni in cui versa la città.
Riprende dunque a occuparsi di Roma, dopo che, ricordiamolo, a dicembre scorso ha preferito dimettersi da consigliere comunale per mantenere la poltrona, sicuramente più remunerativa, all’Europarlamento. Ora si scaglia contro Roberto Gualtieri, sottolineando che il bilancio del sindaco dem è disastroso e che “non è accaduto nulla di quello che aveva promesso” con una città “sempre più sporca”, i problemi con le metropolitane che “resistono” e con il trenino che porta a Ostia “a pezzi”.
Secondo il leader di Azione, “a parte il fatto di aver detto che farà il termovalorizzatore”, di cui tra l’altro rivendica la paternità della proposta, e aver detto di fare lo Stadio della Roma “dove avevamo detto noi”, di Gualtieri non si sarebbe visto niente.
Solito teatrino
Inizia così il teatrino che vede protagonisti i due ex ministri, che si ritrovano a battibeccare a un anno da quella campagna elettorale che li aveva visti sul ring insieme all’ex sindaca Raggi e all’uomo della Meloni, Enrico Michetti. Le parole di Calenda sulle condizioni della Capitale infatti non sono rimaste senza risposta. Il sindaco dem, a margine di un incontro in Campidoglio, ha respinto le accuse al mittente sostenendo che il leader di Azione starebbe alzando i toni solo per farsi notare. “È stato uno show elettorale con toni molto populisti, che ormai da tempo Calenda ha scelto di assumere”, incalza Gualtieri, “e questi toni denotano una connotazione ormai a destra”.
Intanto, proprio da destra fanno notare che se il sindaco è oggi alla guida della Capitale in parte è colpa di Calenda che, sconfitto al primo turno alle amministrative, aveva deciso di appoggiare Gualtieri. Non proprio un esempio di coerenza. Dopotutto stiamo parlando della stessa persona che, di recente, ha rotto il patto con il Pd pochi giorni dopo averlo siglato, con tanto di foto sorridente insieme a Letta.
Quello che è chiaro, però, è che mentre Roma versa in condizioni effettivamente indegne per una Capitale europea, quello di cui proprio i romani non hanno bisogno è il siparietto che hanno messo in scena.
Repliche piccate
Un siparietto che, infatti, disturba. “Quello di Gualtieri e Calenda”, commenta il consigliere 5S, Paolo Ferrara, “è un teatrino indecoroso. Hanno lasciato Roma allo sbando sin da quando erano ministri, senza dare un euro alla Capitale, e ora stanno facendo peggio. Intanto le vespe orientali diventano grandi come rondini, i gabbiani come condor e i cinghiali come tori, ma alla ‘coppia scoppiata’ interessa solo litigare”.
Anche il capolista in assemblea capitolina della lista civica Raggi, Antonio De Santis, è critico: “In Campidoglio, il gruppo di Azione ha portato avanti una linea molto ambigua, fornendo spesso appoggio ai provvedimenti della maggioranza. È una cosa sicuramente legittima ma tirare fuori, a pochi giorni dal voto, un attacco di questo genere mi sembra poco credibile e certamente strumentale. Insomma, è davvero difficile seguire le giravolte di Calenda”. Intanto, prima che il sipario cali, sale sul palco anche Nicola Zingaretti, che dice: “Calenda è un uomo distruttivo, piccona e parla male solo degli altri”.