di Marcello Villella
A un mese esatto dal Festival di Sanremo il quadro è chiaro: la classifica finale del Festival ha fotografato quasi esattamente gusti degli acquirenti e degli operatori radiofonici. Infatti se nella classifica dell’ airplay (i brani più trasmessi dalle radio) Marco Mengoni è in testa fra i brani sanremesi, seguito a breve distanza dai Modà e dal “sorprendente” Max Gazzè (l’unico sottovalutato dalla classifica dell’Ariston), precedendo Chiara Galiazzo e Elio e le Storie Tese, anche la classifica delle vendite (pardon dei download) conferma queste posizioni, con la sola differenza del giovane Antonio Maggio nelle prime posizioni e con la Galiazzo un poco più giù.
Finiti i tempi in cui si arrivava ultimi (o si veniva eliminati) al Festival per poi raggiungere subito dopo i primi posti della classifica? Forse, anche perché sono cambiate tante cose: i Modà sono prodotti da una etichetta, la Ultrasuoni, di proprietà di tre fra i più importanti network radiofonici italiani (Rtl, Radio Italia, Dimensione Suono) per cui la rotazione radiofonica è assicurata in partenza, e molti dei protagonisti dei “talent show” televisivi (in gran parte targati o legati alla Sony) capitalizzano la loro esposizione mediatica proprio al Festival. Non è un caso che Alessandro Massara, presidente della rivale Universal Italia, che detiene i diritti discografici del format The Voice da poco partito su Rai 2, ha dichiarato a Rockol che attraverso il nuovo talent spera di “trovare degli interpreti che possano conquistarsi una presenza significativa sul mercato discografico, visto che – abbiamo verificato anche al Festival di Sanremo – a vincere tra i Campioni e i Giovani sono stati ex concorrenti di X Factor”.
Sarà sempre più questa – come aveva previsto Ivano Fossati – la sola musica destinata a ‘girarci intorno’?