Il numero è impressionante, sopratutto se paragonato a quello della scorsa legislatura. Nel giro di pochi mesi i parlamentari hanno presentato 31 proposte di commissioni d’inchiesta parlamentare, lo strumento che permette agli onorevoli di dotarsi delle stesse prerogative dei magistrati (si possono ad esempio sequestrare documenti se occorre) su una data vicenda, al fine di far luce sulla problematica in questione. Il numero è considerevole, specie se si pensa che nei cinque anni della scorsa legislatura di proposte del genere sono state presentate in totale 85. Poco più del doppio di quelle presentate dal 23 marzo ad oggi. Ma andiamo a vedere, a questo punto, su cosa vorrebbero concentrare l’attenzione i nostri deputati. Uno dei più solerti a presentare proposte di commissioni di inchiesta parlamentare è senza dubbio il deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli, che ne ha depositate tre. La prima riguarda un tema caro non solo al partito di Giorgia Meloni ma anche alla maggioranza tutta e sconveniente, invece, per il Pd. Parliamo della “amministrazione delle province”, una questione che dopo la riforma Delrio è diventato tabu per i dem, soprattutto perché – come ricorda Cirielli nella relazione di presentazione della proposta – “l’asserita riduzione di spesa di 320 milioni di euro diveniva per la Ragioneria generale dello Stato un risparmio di entità non quantificabile”. E sarebbe curioso oggi capire se realmente questo risparmio ci sia stato o meno. Ma Cirielli ha proposto anche una commissione che faccia luce sull’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso in un attentato camorristico ma su cui non è mai stata fatta luce.
Coni d’ombra – D’altronde le commissioni d’inchiesta servono anche e soprattutto a questo: far luce su quegli eventi per i quali la verità resta una chimera. Non è un caso, per esempio, che Erasmo Palazzotto abbia proposto inchieste su Ilaria Alpi, sui fatti del G8 di Genova e su Giulio Regeni dopo che lo scorso Parlamento non è stato capace di istituire una commissione a riguardo (nonostante fossero state depositate ben due proposte di commisione d’inchiesta). Interessante anche la proposta avanzata dal dem Andrea De Maria, che chiede di far luce sull’omicidio Pasolini, esaminando e valutando anche, così c’è scritto nel ddl, “le possibili connessioni tra l’omicidio di Pier Paolo Pasolini e gli omicidi di Enrico Mattei e di Mauro De Mauro nonché con l’operato della loggia massonica Propaganda 2, facente capo a Licio Gelli, e dei suoi iscritti o di altre organizzazioni criminali”.
Guerra di partito – Ovviamente nel novero delle 31 proposte non mancano temi cari alle varie fazioni. E così, ad esempio, Michele Anzaldi chiede una commissione d’inchiesta “su eventuali attività volte a condizionare il consenso e l’orientamento politico dei cittadini per mezzo della rete internet”. Il leghista Gregorio Fontana, invece, vuole mettere al setaccio tutto ciò che ruota attorno al “sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione” e alle “risorse pubbliche impiegate”. Un tema, in realtà, battuto anche da Fabio Rampelli con una proposta di commissione che chiede lumi sui migranti ma anche sui rom. I Cinque stelle, invece, spaziano. A cominciare dalla salute. La pasionaria calabrese Dalila Nesci, che sempre si è occupata di sanità nella scorsa legislatura, torna alla carica chiedendo una commissione ad hoc “sugli errori sanitari nei punti nascita”. Vedremo, a conti fatti, quali proposte vedranno la luce e quali rimarranno su carta.