Da Nord a Sud, l’emergenza idrica avanza in tutto il Paese. Nonostante i recenti eventi meteo, molti dei quali piuttosto violenti, continua ad avanzare la siccità che dopo aver devastato Veneto e Lombardia, ora ha messo nel mirino le regioni del Centro-Sud Italia.
A descrivere uno scenario da incubo, tanto per il settore agricolo quanto per le utenze residenziali, è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi).
Quanto siamo vedendo “è la sesta, grave siccità in 20 anni; non possiamo continuare a farci travolgere dalle emergenze. È necessario avviare urgentemente un’azione di contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici, aumentando la resilienza delle comunità. Etichettare la carenza idrica come problema agricolo sarebbe un errore gravissimo, perché ad essere pregiudicato è l’equilibrio dell’intero territorio” ha spiegato Francesco Vincenzi, Presidente dell’Anbi.
Da Nord a Sud, l’emergenza idrica avanza in tutto il Paese: Lazio e Marche in crisi
Insomma da Nord a Sud, l’emergenza idrica avanza in tutto il Paese. Letteralmente drammatica la situazione registra nel Lazio, dove tutti i corsi d’acqua vedono crollare le rispettive portate idriche. “Il Tevere, il Liri e il Sacco sono ai minimi storici e già toccano i valori record registrati nel 2017”. E va anche peggio all’Aniene, la cui portata è dimezzata, e al lago di Nemi che è sceso di oltre un metro rispetto all’anno scorso.
Ma a preoccupare è soprattutto il lago Bracciano che è a 31 centimetri in meno rispetto al 2021, con un valore che già sfiora la soglia limite per la captazione dell’acqua dal lago.
La siccità non risparmia neanche l’Umbria dove “a giugno sono caduti mediamente poco più di 6 millimetri di pioggia”. Un dato in forte flessione rispetto a 12 mesi fa quando le precipitazioni erano state di 30,1 millimetri. Sempre in Umbria e “nel medio-basso Tevere, dall’inizio dell’anno, i pluviometri non superano i 140 millimetri”.
Nel Centro Italia, “resta molto grave la situazione dei corsi d’acqua toscani (tutti sotto media), dove il Serchio registra valori inferiori al Minimo Deflusso Vitale e l’Ombrone è praticamente prosciugato”. Male anche i “fiumi delle Marche, fatta eccezione per il Tronto, che segnano valori inferiori al già critico 2021”.
Drammatica la situazione del Sentino che “continua a registrare storici primati negativi, scendendo di ulteriori 2 centimetri al di sotto del precedente record” negativo.
Il Sud resta a secco e in Campania è già emergenza
Malgrado ciò, è la Campania la regione che sta mettendo maggiormente in apprensione gli esperti. Qui la siccità ha aggredito “il bacino idrografico dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno, mentre permane una situazione di rischio in quello del Sele”.
Una situazione drammatica, segnala Anbi, in quanto “rispetto a 7 giorni fa, si segnalano in deciso calo i volumi dei bacini del Cilento (Piano della Rocca: -18.74% sull’anno scorso) e del lago di Conza, mentre i fiumi hanno portate diversificate con il Garigliano ai minimi in anni recenti”.
Osservata speciale la Puglia dove “gli invasi hanno distribuito, in una settimana, circa 18 milioni di metri cubi d’acqua, leggermente più di quanto registrato in Basilicata (Mmc. 17 ca.), dove il deficit rispetto al 2021 supera ormai i 40 milioni di metri cubi”.
Al Nord la situazione continua a precipitare
Emergenza idrica che è scoppiata prima nel nord dove la situazione anziché migliorare, con l’assenza di precipitazioni sta addirittura peggiorando. Ad eccezione del Maggiore, “al Nord crollano i livelli dei Grandi Laghi (tutti abbondantemente sotto media) con il Lario, che scende addirittura oltre 32 centimetri sotto lo zero idrometrico, superando il minimo storico, registrato nel 1976”. Male anche il Garda che “è sotto il 50% di riempimento (47,9%)”.
Malgrado le recenti piogge per circa 90 millimetri, in Valle d’Aosta si vive ancora “uno stato di siccità estrema, soprattutto nei territori centrali”.
In Piemonte “crescono i flussi di Orco, Sesia e Stura di Lanzo, mentre Tanaro e Stura di Demonte calano”. Secondo Anbi in regione “il deficit pluviometrico di Giugno è stato di oltre il 60% nei bacini Agogna Terdoppio, Scrivia Curone e Tanaro, mentre le piogge sono aumentate nelle zone di Toce, Ticino, Sesia e Dora Baltea”.
Nella regione decrescono le portate del fiume Po, che invece hanno timidi segnali di ripresa nel tratto fra Lombardia ed Emilia Romagna. “In Lombardia resta praticamente invariata l’insufficiente portata dell’Adda, mentre le riserve idriche restano inferiori di oltre il 61% alla media storica e -65,2% rispetto all’anno scorso”.
Male nel Veneto dove “a giugno sono caduti mediamente 51 millimetri di pioggia (-47% sulla media storica)”. Particolarmente negativa la situazione “nella provincia di Rovigo che resta a secco (caduti circa 4 millimetri)”. Qui “i bacini fluviali tra Livenza e Piave e quelli del Sile, del Fissero-Tartaro-Canal Bianco, nonché del bacino scolante nella laguna di Venezia registrano deficit pluviali, superiori all’80%”.