Il governatore uscente dell’Abruzzo candidato del centrodestra per il bis alla guida della Regione, Marco Marsilio, ha voluto sul palco di Pescara martedì i leader nazionali delle destre. Professore Luciano D’Amico, candidato del centrosinistra, lei ha deciso invece una chiusura tutta abruzzese così come Alessandra Todde in Sardegna che sarà con lei sul palco venerdì. Perché questa scelta?
“Perché noi ci candidiamo a governare la Regione Abruzzo e l’Abruzzo deve essere al centro, sempre. Alessandra Todde è una graditissima ospite, con lei condividiamo un metodo, che è quello di ascoltare i cittadini e creare un programma volto a risolvere i problemi reali della gente. In questi mesi abbiamo ascoltato tanti abruzzesi che ci hanno rappresentato una realtà ben diversa da quella che ci viene raccontata dal centrodestra che è persino arrivato a negare che in Abruzzo ci sia un problema di liste d’attesa nel servizio sanitario pubblico, mentre i cittadini aspettano mesi, a volte anni per una visita medica”.
Che ne pensa della passerella a Pescara dei leader delle destre per Marsilio?
“Non si possono recuperare cinque anni di non ascolto dei cittadini e di pressapochismo con dieci giorni di mirabolanti promesse. Gli abruzzesi non sono allocchi”.
Marsilio, con quella che ci è sembrata una caduta di stile, ha praticamente detto che è stato lui ad averle salvato la vita facendo rientrare da Londra il professore che l’ha operata.
“Ma credo che una simile affermazione non abbia bisogno di commenti ulteriori”.
Come pensa di ridare speranza all’Abruzzo? Ce le indica almeno tre priorità?
“Lavoro, sicuro e al sicuro. È una priorità del nostro programma. Senza il lavoro i giovani non possono realizzare i propri progetti di vita qui in Abruzzo. Dobbiamo assolutamente tornare a crescere attraverso uno sviluppo sostenibile e che tenga ben a mente le peculiarità dei nostri territori. La proposta di trasporto pubblico gratuito in Abruzzo, è fattibile e la faremo. E poi un intervento sulla medicina territoriale, e per contrastare, attraverso l’istituzione dei Cau (centri assistenza urgenza) il sovraffollamento nei pronto soccorso. L’Abruzzo ha bisogno di tornare a crescere e di farlo con le proprie gambe. A volte parlano di noi come se prima di loro non ci fosse nulla qui, ma non è così. Gli abruzzesi e le abruzzesi vantano una grande tradizione di lavoro, di sacrificio e di grandezza. Il cuore del nostro programma è riconciliare i diritti civili con i diritti sociali”.
Marsilio ha ridotto la Riserva del Borsacchio a un fazzoletto. Anche il ministero della Cultura ha sollevato obiezioni. Che succede?
“Sono molto preoccupanti le osservazioni ministeriali che leggiamo in merito alla Riserva del Borsacchio, soprattutto sul rischio di cementificazione, che la Giunta uscente ha sempre voluto minimizzare o addirittura negare. Quelle propinate a gran voce dal centrodestra, Marsilio in primis, sembrano proprio rassicurazioni fallaci che si smontano leggendo il documento del ministero, che esplicita chiaramente come nei territori interessati dalla Riserva non ci sarà alcuna tutela paesaggistica e si potrà cementificare in modo pressoché indisturbato. Non vogliamo più nella nostra Regione chi pretende di imporre un’azione di governo senza l’ascolto dei territori e dei cittadini, senza alcuna visione di sviluppo sostenibile o senza reale rispetto per una terra, come la nostra, che viene considerata regione verde d’Europa proprio per la sua biodiversità”.
Lei è sostenuto da un’ampia coalizione di forze progressiste che va da Azione e Italia viva fino al Partito democratico e al M5S, cosa significherebbe una sua vittoria il 10 marzo da questo punto di vista?
“Che l’Abruzzo verrebbe liberato da cinque anni di governo di centrodestra che non ha saputo interpretare, capire e prendersi cura della nostra Regione. Significherebbe che ascoltando i cittadini si può creare un progetto valido in Abruzzo e per l’Abruzzo. E di questo a prescindere da tutto siamo orgogliosi”.