L’allarme sui rischi per il Pianeta afflitto da mali ambientali con il pericolo di milioni di morti premature per l’inquinamento di aria e acqua potabile rafforza il pressing sui Governi. E a sostenere gli scienziati, tacciati da alcuni leader politici di essere catastrofisti, ora ci sono anche milioni di giovani che scenderanno in piazza venerdì, 15 marzo, per gridare questo Sos con il “Global strike for climate”.
Quasi un quarto delle malattie e delle morti a livello mondiale nel 2012 potrebbe essere collegato a inquinamento ambientale, soprattutto fra popolazioni in una situazione vulnerabile e in Paesi in via di sviluppo, dice il rapporto. Sarà uno sciopero globale da scuola e università in oltre 1.320 città in un centinaio di paesi nel mondo sulle orme dell’attivista svedese Greta Thunberg, che con il suo sciopero per il clima, dal settembre scorso ogni venerdì davanti al parlamento del suo Paese, ha sensibilizzato il mondo intero sulla crisi climatica e il riscaldamento globale, diventando un simbolo non solo per i suoi coetanei sedicenni.
In Italia, dicono i Verdi, sono coinvolte 140 città e siamo la seconda nazione al mondo per eventi, dopo la Germania. Tra i vari eventi si ricorda quello di Roma: nella Capitale la giornata, organizzata da Fridays For uture-Roma, si aprirà alle 10.30 con il ritrovo davanti alla fermata Colosseo della metro B, da dove partirà una passeggiata fino a piazza Madonna di Loreto. Proprio qui, alle 11 partirà il programma della mattinata con musica dal vivo e gli interventi del geologo Mario Tozzi e di studenti di ogni età, dalle elementari all’università. E così anche a Milano, Torino, Palermo, Napoli, Bologna.
Nel frattempo se in Europa Greta è diventata una piccola star nel mondo ambientale e civico, c’è da dire che, al di là del silenzio della politica, nel mondo sono in tante a portare avanti la stessa battaglia, spesso nell’ombra. E spesso parliamo di volti femminili che spendono le proprie energie in difesa del pianeta, attiviste di ong oppure esponenti della politica e delle istituzioni, dal Vietnam fino al Messico passando per il Sudafrica. Come ricorda l’Agi, ad esempio, in Vietnam c’è Nguy Thi Khanh, classe 1976, che sta dedicando la propria vita a creare reti di organizzazioni ambientaliste e sociali così come agenzie pubbliche che lavorano nel campo delle energie sostenibili da sviluppare in Vietnam.
A monitorare l’attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima in Messico c’è invece Patricia Espinosa in qualità di segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici. Dal 2016 la Espinosa ricopre un ruolo diplomatico chiave per far rispettare i processi di applicazione dell’accordo firmato nella capitale francese,anche in base al calendario prestabilito. In Sudafrica, ancora, abbiamo Tasneem Essop, da poco alla direzione del “Climate Action Network International”. Una figura esperta, già ministro provinciale dell’Ambiente in Sudafrica e consigliere clima al Wwf. Il suo slogan: “I cambiamenti climatici sono un problema di povertà”.
Nel Regno Unito, infine, spicca la primatologa di fama mondiale, l’84enne Jane Goodal, sicuramente una delle voci più autorevoli in materia di conoscenza del pianeta, di sensibilizzazione ed educazione alla diversità ambientale. Per decenni ha studiato gli scimpanzé e la conservazione delle foreste. Non è un caso che tra le altre cose la Goodall è in lizza per il Nobel della Pace 2019.