Mario Draghi non si arrende e recupera un’idea che aveva già, senza troppo successo, lanciato a suo tempo. Precisamente nel settembre dello scorso anno davanti agli industriali guidati da Carlo Bonomi. Ovvero quella di un grande patto sociale, che non a caso raccoglie il plauso del leader di Confindustria.
Oggi vedrà le imprese, ieri è stato il turno dei sindacati. Dopo aver incontrato Cgil, Cisl e Uil tira le somme in una conferenza stampa in compagnia dei ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando. Prova ad aprire ai 5Stelle sul salario minimo e riconoscendo che c’è una convergenza tra la lettera che gli ha consegnato il leader dei pentastellati, Giuseppe Conte, e l’agenda di Governo.
Annuncia un nuovo decreto “corposo” entro fine mese per far fronte alle “urgenze” sociali ed economiche del Paese. Ma avverte: il Governo esiste per poter lavorare, “con gli ultimatum perde il suo senso”. L’ipotesi che i pentastellati domani escano dall’Aula del Senato quando sarà votata la fiducia sul dl aiuti continua a tenere tutti al Governo col fiato sospeso.
Se i 5S si sfilano per il premier sarà Mattarella a decidere l’eventuale ritorno alle Camere per la fiducia
E il presidente del Consiglio, alla domanda se sia pronto a ripresentarsi alle Camere, nel caso il Movimento non voti la fiducia, risponde: “Chiedete al presidente Mattarella, io ho già detto che per me non c’è un Governo senza 5s e non c’è un altro governo Draghi che l’attuale”. Il suo ragionamento è il seguente: “Se il governo riesce a lavorare si va avanti, altrimenti no”.
Poi lancia un messaggio chiarissimo, che sembra rivolto anche alla Lega che un giorno sì e l’altro pure minaccia fuoco e fiamme: “Parlo a tanti altri che dicono che a settembre faranno sfracelli, che minacciano cose terribili. Il Governo non lavora con gli ultimatum. Se si ha la sensazione che sia una sofferenza stare in questo Governo, bisogna essere chiari”.
Matteo Salvini si difende: “Da un anno e mezzo siamo responsabili e leali. Io lascio agli altri gli strappi. Noi non mandiamo le letterine di Babbo Natale come qualcuno aspettando che succeda qualcosa”. L’ipotesi che domani i 5 stelle optino per il non voto sulla fiducia a Palazzo Madama non è rientrata, anzi. Draghi mantiene il riserbo su quello che farà nel caso gli neghino la fiducia.
Ma è possibile che l’argomento sia stato affrontato con Enrico Letta, che il capo del Governo vede nel pomeriggio a Palazzo Chigi. Il segretario del Pd riunirà i parlamentari dem. E sempre nella stessa giornata, ma di buon mattino, è convocato anche un Consiglio nazionale del M5s in cui Conte illustrerà la sua posizione sulle misure annunciate da Draghi.
Sul Salario minimo Draghi intende muoversi sulla scia della direttiva approvata a livello europeo
Sul salario minimo, uno dei cavalli di battaglia del Movimento, il premier spiega che intende muoversi sulla scia della direttiva approvata a livello europeo. Sulla richiesta di scostamento arrivata tanto dal M5s quanto dalla Lega, oltre che dai sindacati, il capo del Governo resta fermo: “Al momento non è necessario”.
“Ci sarà un intervento prima della fine di luglio che riguarderà mezzi e strumenti per mitigare gli effetti dell’aumento del prezzo dell’energia – dice Draghi -. Le aree sono simili a quelle già trattate in passato: bollette, accise, ma anche interventi proporzionati alla ricchezza e al reddito dell’individuo.
La determinazione del Governo ad aiutare le famiglie in questo momento difficile c’è”. A sera, alla cena della stampa estera, cerca di spegnere le fiamme che sembrano lambire il suo Esecutivo e conferma che è al lavoro per recuperare la coalizione. I risultati raggiunti dichiara, sono “merito della maggioranza che sostiene il Governo e degli italiani”.