“Non siamo tanto stupiti dal fatto che, su pressione leghista, l’attuale Governo torni a riproporre un progetto di autonomia differenziata; siamo piuttosto allarmati dalla pericolosità del progetto elaborato. Sono anni che ripetiamo che i servizi essenziali devono essere garantiti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale e che per farlo occorre definire i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni”. È quanto affermano in una nota il senatore e vicepresidente del M5S, Mario Turco, e il componente pentastellato della Commissione Bilancio della Camera, Leonardo Donno.
Autonomia differenziata, M5S: “Siamo piuttosto allarmati dalla pericolosità del progetto elaborato dal Governo”
“Riteniamo come minimo furbesco citare i Lep – aggiungono i due esponenti M5S -, ma subito dopo dire che, se entro un anno non vengono definiti, materie delicate come istruzione, trasporti, energia potranno essere decentrate sulla base del criterio della spesa storica. Quest’ultimo, infatti, non farebbe altro che dare di più a chi ha già servizi evoluti e costosi, soprattutto al Nord, e quasi niente a chi, specialmente al Sud, è sprovvisto di quei servizi”.
“Ci chiediamo pertanto – scrivono Turco e Donno – come possa il ministro per il Sud, Raffaele Fitto, sostenere sui giornali che il Sud non ha nulla da temere e che il percorso verrà affrontato garantendo a tutti parita’ di servizi essenziali. I Lep, diciamo al Governo e al ministro Fitto, devono venire prima di tutto. Così come riteniamo pericoloso limitare il ruolo del Parlamento a una mera funzione consultiva nella valutazione delle intese tra Stato e Regioni che chiedono autonomia, soprattutto se si considera che queste intese, una volta approvate, difficilmente danno margini per passi indietro o correzioni”.
“Profondamente sbagliato reperire risorse usando parti dei Fondi strutturali europei”
Allo stesso tempo, affermano ancora i due parlamentari M5S, “in proiezione della sessione di bilancio, riteniamo profondamente sbagliato da parte dell’Esecutivo pensare di reperire risorse usando parti dei Fondi strutturali europei della programmazione 2014-2020, sebbene non spese”. “Si tratta infatti di soldi che spettano al Sud – concludono – e che secondo noi sempre con questa destinazione dovrebbero essere riprogrammati, semmai privilegiando investimenti in transizione ecologica. Su questi due versanti, autonomia e riutilizzo dei Fondi strutturali, dal Governo rischia di arrivare un micidiale attacco al Sud”.