Cybercriminali contro l’Italia. Dopo la pandemia e la guerra in Ucraina, gli hacker martellano le nostri istituzioni

Cybercriminali contro l'Italia. Dopo la pandemia e la guerra in Ucraina, gli hacker martellano le nostri istituzioni

Cybercriminali contro l’Italia. Dopo la pandemia e la guerra in Ucraina, gli hacker martellano le nostri istituzioni

Dopo la pandemia e con la guerra in Ucraina ancora in corso, l’Italia è diventata uno dei bersagli preferiti dei cybercriminali. Sono numeri da film horror quelli contenuti nell’ultima relazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, guidata da Bruno Frattasi, presentata oggi in Parlamento. Dal malware al phishing, dal ransomware alla compromissione della casella mail, nel 2022 sono stati 1.094 gli “eventi cyber” di cui si è occupata l’Agenzia.

Stando a quanto si legge nel rapporto, di questi ben 126 sono stati classificati come “incidenti”, ossia hanno cioè avuto un impatto confermato dalla vittima. Per l’Agenzia siamo davanti a “un deciso aumento di attività malevole ai danni di settori governativi e infrastrutture critiche”.

Un fenomeno che si è “acuito” con la guerra in Ucraina, con l’Italia che rientra “tra i Paesi maggiormente interessati dalla diffusione generalizzata di malware e da attacchi cibernetici mirati, specie in danno del comparto sanitario e di quello energetico”.

Cybercriminali contro le istituzioni italiane

“Nell’anno appena trascorso, caratterizzato dall’accresciuto dinamismo di diverse tipologie di attori e dall’espansione del numero di eventi con impatti sulle infrastrutture digitali nazionali ed europee, il rischio associato alla minaccia di natura cibernetica si è attestato su livelli particolarmente elevati”.

Ma “la piena consapevolezza dei rischi cyber – specie se comparata al livello di pervasività che le tecnologie dell’informazione hanno raggiunto nella nostra vita quotidiana – è di là da venire” è quanto scrive il direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, nella relazione.

“L’evoluzione del contesto geopolitico, in cui l’accesso alle tecnologie – specie quelle emergenti – contribuisce a determinare la gerarchia internazionale, e il ciclico riacutizzarsi di tensioni e conflitti nelle oramai numerose aree di crisi continueranno a condizionare la sicurezza delle catene di approvvigionamento e influenzare i livelli di rischio cibernetico. In tale contesto, il mantenimento di uno spazio cibernetico sicuro e resiliente diviene elemento irrinunciabile per la crescita economica, il benessere della popolazione e la tenuta dei valori democratici” conclude Frattasi.