Proprio nei giorni della Leopolda Matteo Renzi porta a casa un risultato eccezionale, almeno dal suo punto di vista: strapazzare ancora di più la minoranza del Pd, facendo schiumare ancora di più rabbia a Pier Luigi Bersani Roberto Speranza. Gianni Cuperlo ha infatti cambiato verso sul referendum del 4 dicembre annunciando il proprio sì alle riforme. La commissione del partito sulle modifiche all’Italicum ha raggiunto un accordo, che comunque non ha convinto affatto i fedelissimi di Bersani. E infatti loro resteranno fermi sul “no”, conducendo la loro campagna elettorale. La posizione è stata scandita dal deputato dem, Davide Zoggia: “Massimo rispetto per tutti, ma noi in questa dinamica non ci stiamo. Proseguiamo per la nostra strada, valuterà chi ha sottoscritto il documento cosa fare. Da parte nostra c’è piena coerenza”. E anche Speranza aveva parlato solo di “paginetta fumosa” commentando la bozza sottoscritta. Ma cosa prevede l’accordo? L’intervento è articolato su tre punti: premio di lista/premio di coalizione; ballottaggio/turno unico; modalità di espressione della volontà degli elettori nella scelta degli eletti.
“Voglio essere coerente, ma certo peserà la lealtà degli altri nel tener fede agli impegni del documento”, ha invece affermato Cuperlo, ribadendo la consapevolezza che la “frattura” nella sinistra non è sanabile solo con questo passaggio. “Sui limiti della riforma non ho cambiato idea e mi sono battuto per una soluzione diversa. Adesso siamo di fronte a una responsabilità che è ricostruire un dialogo nel Parlamento e nel paese per istituzioni più rappresentative e condivise”, ha aggiunto il deputato del Pd. Il presidente del partito, Matteo Orfini, ha commentato con grande soddisfazione l’intesa: “Sono stati giorni complicati, scanditi da continue dichiarazioni che mostravano sfiducia nella possibilità di riuscire. Ma anche dalle parole della nostra gente a Piazza del Popolo e nelle tante iniziative in giro per l’Italia: ‘Restate uniti’, ci ripetevano di continuo”.
Cuperlo ha anche fornito una risposto a chi, in privato, lo ha inviato a non fidarsi di Renzi. “Il documento è firmato dai capigruppo Rosato e Zanda, dal presidente del partito Orfini e vidimato dallo stesso Renzi. Se decidiamo che questo non vale nulla, per carità. Ma allora diventa difficile pensarsi nella comunità del Pd”. Del resto in riavvicinamento di Cuperlo alle posizioni del segretario si erano manifestazione anche sabato 30 ottobre, giorno dell’iniziativa dem a sostegno del sì. L’ex candidato alle primarie era sceso in piazza, nonostante molti tentennamenti. E addirittura aveva accettato di farsi un selfie con la ministra Maria Elena Boschi, madrina della riforma costituzionale.