Prima lo scandalo degli incontri carbonari tra toghe e politica, poi la nomina di Michele Prestipino (nella foto) a procuratore capo di Roma successivamente annullata dal Tar e dal Consiglio di Stato (leggi l’articolo). Che la partita per la guida del più importante ufficio giudiziario del Paese è aperta, è noto da tempo. Per questo non sorprendono più di tanto le conclusioni della Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura che, ieri, ha votato i candidati destinati a contendersi il ruolo di erede di Giuseppe Pignatone.
In pole position c’è il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, che ha ottenuto 4 voti, seguito dal procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, che ne ha ottenuto uno solo. Sorprendentemente nessun voto è andato al procuratore reggente di Roma, Prestipino, che dopo quanto deciso ieri è ufficialmente fuori dai giochi. Uno scenario impensabile se confrontato al marzo del 2020 quando quest’ultimo, dopo lo scandalo dell’ex pubblico ministero Luca Palamara, era riuscito a spuntarla proprio su Lo Voi e sull’attuale procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo.
Stando a quanto trapela da palazzo de Marescialli, la nomina di Lo Voi è stata proposta dal laico di Forza Italia, Alessio Lanzi, e sostenuta sia dal presidente della Commissione, Antonio D’Amato di Magistratura Indipendente, che dai togati Alessia Dal Moro di Area e Michele Ciambellini di Unicost. La candidatura di Viola, invece, è stata sostenuta da Sebastiano Ardita di Autonomia e Indipendenza. Una votazione in cui si registra un solo astenuto, per ragioni procedimentali, ossia il laico del Movimento 5 Stelle Fulvio Gigliotti.
Così a contendersi il ruolo di procuratore capo di Roma saranno Lo Voi e Viola. Un testa a testa che, salvo ritardi o colpi di scena, potrebbe risolversi entro Natale. Quel che è certo è che al momento esiste una road map ben delineata che, presto o tardi, porterà a decidere il nuovo vertice di piazzale Clodio. Il primo step sarà portato avanti dai relatori, ossia Lanzi per Lo Voi e Ardita per Viola, che dovranno consegnare le motivazioni alla base delle rispettive proposte alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Quest’ultima, a sua volta, dovrà analizzarle e d esprimere un parere su entrambe le candidature. Fatto ciò, ci sarà l’ultimo e decisivo step con la decisione del futuro procuratore di Roma da parte del plenum del Csm.
L’ITER DELLA DISCORDIA. A far ripartire da zero l’intero iter di nomina sono stati i ricorsi dei candidati esclusi nella scelta dell’erede di Pignatone, ossia da parte di Viola, Lo Voi e Creazzo. Una battaglia giudiziaria che alla fine ha portato il Consiglio di Stato ad annullare definitivamente la nomina di Prestipino che, sostanzialmente, sarebbe stata illegittima per due ordini di motivi. Il primo è che questa si è basata su una proposta della Quinta Commissione, interna al Csm, che ritornando sulle proprie precedenti determinazioni, aveva immotivatamente escluso Viola dai candidati da proporre al plenum per la decisione finale. Il secondo motivo è che l’organo di autogoverno delle toghe avrebbe valutato e comparato in modo illegittimo le rispettive attitudini direttive di Prestipino e di Viola.