C’è un vecchio adagio secondo cui bisogna parlare soltanto quando si è sicuri che quello che si dirà è più bello del silenzio. Ecco, vorremmo consigliare al difensore della Juventus, Medhi Benatia, di tenere a mente questo consiglio. Lo facciamo con garbo ed eleganza. Quasi sottovoce. Non vorremmo, infatti, cadere anche noi vittima del bullismo da periferia che Benatia ha usato nei confronti di Maurizio Crozza, dimenticandosi completamente che, essendo un calciatore emulato da decine di migliaia di ragazzi, avrebbe dovuto ragionare un tantino, apprezzare il silenzio, piuttosto che vomitare parole a vanvera e insulti. Ma riavvolgiamo il nastro. Una settimana fa la Juventus veniva eliminata in Champions League dal Real Madrid dopo l’ormai famoso (e contestatissimo) rigore al 93′ che ha permesso a Ronaldo e compagni di passare il turno. Tra gli altri a parlare era stato anche Benatia che aveva definito uno “stupro” quanto fatto dall’arbitro.
A intervenire, a questo punto, è stato il comico Crozza, che durante la sua trasmissione Fratelli di Crozza, ha ironizzato: “Stai attento a usare le parole, sei tu che hai fatto un’entrata del c… al 93′. Se però vuoi provare l’emozione, il prossimo fallo in area, un bel fallo, prova a ficcartelo su per il c…”. Ed ecco allora l’intervento da ultimo uomo di Benatia: “E se vuoi provare sono a Vinovo tutti i giorni, ti aspetto!! Imbecille testa di c…, non fai ridere nessuno”, ha scritto in una storia Instagram. Da lì sono nate polemiche a non finire. Chi ha esagerato?, si sono chiesti in tanti. Crozza certo ha alzato i toni, ma restando nei confini del suo mestiere: la satira. Che, in quanto tale, prevede battute e linguaggio goliardico al fine di distorcere la realtà, col sano gusto di canzonarla. Esattamente quanto fatto da Crozza, appunto.
Per Benatia il discorso è diverso: nessuno lo prenderebbe di mira per un brutto fallo, magari da rosso. Certo: sarebbe scorretto, oltre i toni, ma pur sempre rientrante nella sua professione. Un’uscita come quella di Instagram, no, non è mestiere, non è professione: è solo becero attacco da bullo. A maggior ragione se militi in una top team che dovrebbe essere da esempio, per tifosi, giovani e meno giovani. E invece Benatia ha preferito comportarsi come un ragazzino viziato, dando spazio a migliaia di altri ragazzini viziati che si sono schierati da una parte o dall’altra, a suo di insulti e minacce. Non è un caso che ieri anche Massimiliano Allegri è stato chiaro in conferenza stampa pre-partita: “Bisogna stare zitti, che è la migliore cosa”. Esattamente come dice l’adagio. A meno che non si voglia dare un segnale forte, magari chiedendo scusa. In quel caso, solo in quel caso, il parlare di Benatia sarebbe più bello del suo silenzio.